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Camorra: blitz contro i clan Moccia e Belforte, 26 arresti tra Napoli e Caserta

Operazione di polizia e carabinieri scattata all'alba nel Napoletano

Duro colpo a due clan di Camorra in Campania: Moccia nel Napoletano e Belforte nel Casertano. Eseguiti 26 arresti tra cui diversi nomi 'celebri'.

Il blitz nel Napoletano.
Ha portato al fermo di 17 esponenti del clan di Camorra 'Moccia' un'operazione congiunta di Polizia e Carabinieri effettuata all'alba nel Napoletano. I fermati sono indiziati d'associazione di tipo mafioso, porto abusivo d'arma da fuoco e estorsione aggravati dalle finalità mafiose. Secondo le indagini della Dda di Napoli, il gruppo si stava estendendo dal rione Salicelle di Afragola, a Casoria, Caivano, Crispano e Cardito, dopo una scissione che ha causato un conflitto interno al gruppo con alcuni omicidi.

All'operazione hanno preso parte i carabinieri del Nucleo investigativo di Castello di Cisterna e gli agenti della Squadra mobile di Napoli. Il decreto di fermo è stato emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli al termine di indagini congiunte di Polizia e Carabinieri sul gruppo criminale del quale facevano parte i 17 fermati, riconducibile - secondo gli investigatori - al clan 'Moccia'.

Tra le 17 persone fermate figurano anche i fratelli Mariano, Aniello e Carlo Barbato e la loro madre, Patrizia Bizzarro. Secondo quanto accertato, era Mariano Barbato, 25 anni, (verosimilmente su delega dei boss del clan Moccia) il capo di questo nuovo gruppo camorristico attivo tra Afragola, a Casoria, Caivano, Crispano e Cardito, nel Napoletano. Insieme ai fratelli Aniello e Carlo e alla madre Patrizia Bizzarro, donna di camorra che comandava e disponeva le attività del clan (tra cui estorsioni e spaccio), imponeva ai commercianti della zona un istituto di vigilanza chiedendo la disdetta di quello sotto contratto. Se le loro richieste non venivano esaudite, scattavano le ritorsioni, anche attraverso atti intimidatori con l'uso di bombe carta fatte esplodere davanti ai negozi. Documentata anche una recente scissione interna al gruppo camorristico con l'omicidio di Mattia Iavarone, avvenuto il 25 aprile scorso, a Caivano. Indagini sono in corso per verificare eventuali collegamenti con le vicende legate ai morti carbonizzati trovati nella zona in cui era attivo il clan tra i mesi di febbraio e marzo scorsi. Tra gli attentati riconducibili al gruppo camorristico dei Barbato figurano quelli all'impresa funebre Salomone, alla macelleria Di Palo e a una società di costruzioni. A svolgere il ruolo di "procacciatore di affari" dei Barbato sarebbe stato Giuseppe Gallo che si metteva in contatto con i commercianti per imporre le ditte (di vigilanza privata e di onoranze funebri) ritenute vicine alla camorra locale. Se, poi, i commercianti si opponevano, entrava in azione Ciro Gallo, fratello di Giuseppe e uomo di fiducia di Mariano Barbato, che metteva in moto la "macchina delle ritorsioni", anche in prima persona. Ciro Gallo, infine, gestisce una società di pompe funebri "La Pace Eterna".

Nel corso del blitz interforze di Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza, eseguito stamattina nel Casertano insieme all'arresto di nove persone ritenute prestanome del clan Belforte, sono stati messi i sigilli anche a 213 appartamenti, garage, locali commerciali, tutti facenti parte del Centro Residenziale Vantivelli, in località Macello, a Marcianise (Caserta), realizzato illecitamente con i soldi del clan dei "Mazzacane". Si tratta di beni per 16 milioni di euro. Il provvedimento di sequestro riguarda anche 11 immobili, 19 rapporti bancari, 2 società, 8 quote societarie, tutti beni riconducibili ai patrimoni degli indagati. I reati contestati dagli inquirenti sono intestazione fittizia di beni, riciclaggio, reimpiego di capitali di illecita provenienza e abuso edilizio. Il clan Belforte avrebbe investito ingenti somme di denaro nel tessuto economico della zona, riciclando massicce risorse finanziarie frutto delle sue attività criminali. Ad elementi vicini al clan, infatti, è proprio riconducibile il complesso residenziale "Centro Direzionale Vanvitelli", che sarebbe stato finanziato, inizialmente, direttamente dai capi del clan, i fratelli Domenico e Salvatore Belforte, attraverso l'acquisizione e la demolizione di una vecchia fabbrica dismessa dalla società Cavilfratta srl. Su quell'area è sorto il centro costruito anche attraverso illegittime autorizzazioni concesse da tecnici e professionisti compiacenti.

Blitz nel casertano, 9 arresti, sequestri decine mln
Operazione interforze, con 9 arresti e sequestri per parecchie decine di milioni di euro, dei Carabinieri del reparto operativo di Caserta, della Guardia di Finanza di Marcianise, e della Polizia di Stato di Caserta, nei confronti del clan Belforte di Marcianise, nel Casertano. Le forze dell'ordine hanno sequestrato ditte, abitazioni e società riconducibili a persone ritenute legate al clan per parecchie decine di milioni di euro.

Tra i destinatari delle misure cautelari emesse dal Gip di Napoli su richiesta della Procura Antimafia partenopea (pm Landolfi) nell'ambito dell'inchiesta sulle infiltrazioni del clan Belforte nell'economia casertana figura anche Angelo Grillo, imprenditore ritenuto vicino al clan camorristico Belforte di Marcianise (Caserta) già coinvolto in altre inchieste, come quella sugli appalti concessi dall'Asl di Caserta alle sue ditte, attualmente detenuto (in regime di 41 bis) per concorso esterno in associazione camorristica. Insieme a lui il gip ha disposto l'arresto in carcere anche per Luca Di Fuccia, 51 anni, amministratore unico della società CDV; Pasquale Lombardo, 53 anni, amministratore dell'Alba Costruzioni srl e per Ulisse Severino, 48 anni. Disposti, invece, gli arresti domiciliari per altre 5 persone: si tratta di Eugenio Di Nuzzo, 70 anni; Delia Di Paola, 43 anni; Luigi Franzese, 44 anni; Concetta Marotta, 45 anni il prossimo 25 luglio e Francesco Picone, 28 anni. Un altro destinatario di una misura cautelare è morto di recente, per cause naturali.

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