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Agricoltura, grandi aziende crescono

Speciale PSR Campania

Agricoltura, grandi aziende crescono

Tecnologia e agricoltura multifunzionale per reggere a sfide

NAPOLI, 08 novembre 2014, 16:25

Redazione ANSA

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   In Campania, come in Italia, nel decennio intercensuario si è registrato una notevole contrazione del numero di aziende e una lieve riduzione della superficie coltivata -SAU. La dinamica, più accentuata in Campania, ha fatto registrare una maggiore contrazione delle aziende rispetto alla SAU. La riduzione ha riguardato maggiormente le aziende di classi dimensionali ridotte, i terreni coltivati dalle piccole aziende che hanno abbandonato l'attività, sono stati annessi, con la forma di proprietà e/o affitto, alle aziende di dimensioni medio-grandi; tale processo ha favorito la specializzazione e l'introduzione di innovazione tecnologica ed è stato ampiamente sostenuto dai fondi europei del Programma di Sviluppo Rurale -PSR Il modello gestionale prevalente rimane l'azienda familiare, a conduzione diretta del coltivatore, con impiego prioritario del lavoro prestato dai familiari. Crescono le forme organizzative alternative, le società di persone e di capitali. Questi significativi cambiamenti, che hanno caratterizzato il modello agricolo della regione, descrivono l'agricoltura della Campania all'inizio del terzo millennio, caratterizzato dalla globalizzazione e dall'apertura sempre più necessaria ai mercati internazionali. La fotografia del comparto emerge dallo studio dell'Assessorato all'agricoltura della Regione, "L'agricoltura della Campania - La struttura e le dinamiche attraverso i Censimenti 2000 e 2010". In Campania le aziende agricole e zootecniche sono 136.872 (con un calo del 41,6% rispetto al Censimento del 2000), impiegano 722.425 ettari di SAT - Superficie Agricola Totale (-14% rispetto al 2000) di cui la superficie coltivata (SAU - Superficie Agricola Utilizzata) è pari a 549.270 ettari (-6,3% rispetto al Censimento del 2000). Nell'agricoltura regionale si mette ancora di più in evidenza il coesistere di due modelli gestionali: le grandi aziende sempre più impegnate ad accreditarsi sui mercati internazionali e le piccole aziende che rispondono alle particolari richieste di mercato e riescono a collocarsi su un mercato che va oltre quello tradizionale e locale, specializzandosi nella produzione di prodotti di eccellenza che mantengono una propria competitività. L'agricoltura campana è ancora prevalentemente di tipo familiare, le aziende individuali (135.121 unità) sono la stragrande maggioranza; la società di persone caratterizza 799 aziende, la società di capitali 528, tali forme seppur descritte ancora da piccoli numeri, nel decennio intercensuario hanno mostrato una tendenza all'aumento; le società di capitali registrano un aumento del 94%, le società cooperative hanno raddoppiato il numero (173 unità nel 2010). In Campania, le produzioni agricole su cui puntare per intraprendere le nuove sfide dell'agrifood sono le ortive tra i seminativi e l'olivo e i fruttiferi tra le legnose; le prime sono prodotte su 25.924 ettari (-11% rispetto al Censimento 2000) e caratterizzano i territori delle pianure irrigue ad alta specializzazione colturale, un esempio per tutti la produzione di ortaggi di IV gamma. L'olivo è la coltivazione che occupa la superficie maggiore (72.623 ettari) tra tutte le coltivazioni legnose (157.486 ettari) ed è la coltivazione che meglio ha retto ai cambiamenti in termini di superfici coltivate (-0,8% di SAU rispetto al 2000). I fruttiferi in Campania occupano una superficie di 58.837 ettari e vantano la produzione di marchi di qualità molto rinomati (ad esempio la Melannurca campana) e di molti prodotti tradizionali. La vite in Campania seppur riduce, in linea con il dato Italia, le superfici destinate alla coltivazione (-20,4%) primeggia tra le regioni d'Italia che vantano la produzione e l'esportazione di vini di eccellente qualità apprezzata dai mercati esteri. Le aziende zootecniche in Campania sono 14.324 alla data del Censimento del 2010, si sono ridotte del 62,4% rispetto al 2000. La diminuzione ha riguardato tutti gli allevamenti ad eccezione del comparto bufalino che, trainato dalla fiera della mozzarella, ha intrapreso un percorso di espansione qualitativa e numerica; infatti aumentano le aziende (+8,6%) e si raddoppiano i capi allevati (+98%). Un segnale positivo è il miglioramento delle relazioni delle aziende agricole con il territorio prodotto dalla multifunzionalità dell'agricoltura della regione che trova le principali espressioni nell'ospitalità agrituristica, nelle fattorie didattiche, nella trasformazione e vendita dei prodotti aziendali e di molte altre attività connesse all'agricoltura. I contadini 2.0, quindi, sono sempre più impegnati a tutto tondo, come conferma anche l'assessore regionale all'agricoltura Daniela Nugnes: "L'agricoltura non è un settore economico come gli altri, perché ad essa sono affidate la cura e la sicurezza del 92% del territorio regionale, composto da boschi, pascoli e terreni coltivati. Da questo punto di vista l'agricoltura in Campania è da considerarsi un asset multifunzionale, che produce non solo cibo, ma anche qualità del paesaggio, sicurezza idrogeologica e biodiversità".

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