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Giovani e lavoro, tutti i numeri della Campania

Rapporto Arlas fotografa mondo occupazione dei ragazzi

Redazione ANSA

Più uomini che donne, in maggioranza con il diploma di scuola superiore, è solo uno su dieci è laureato: è la fotografia del mondo giovanile scattata dal terzo rapporto Arlas sul mercato del lavoro, che analizza, nella seconda parte, i dati dell'Anagrafe regionale gestita, a livello territoriale dai Centri per l'impiego.
    Nel dettaglio, al 31 dicembre 2013, la popolazione giovanile campana iscritta all'Anagrafe regionale è di 706.646 ragazzi in età compresa tra 15 e 29 anni. Di questi il 37,7% con il solo obbligo scolastico e meno di un giovane su dieci con la laurea (6.3%). La maggior parte dei giovani iscritti ai Centri per l'impiego della Campania (il 44,4% del totale) sono diplomati mentre i giovani con laurea o post laurea rappresentano solo il 6,3% del totale, con una concentrazione superiore al 10% solo per la classe di età dei 25-29 anni.
    Tra i giovani prevale la componente maschile (54,4% del totale) a fronte di una quota di donne sul totale pari a 45,6 punti percentuali. La presenza femminile nel mercato del lavoro cresce con l'età (le donne rappresentano il 40,6% dei giovani tra i 15-18 anni, il 45,1% dei giovani tra i 19-24 anni e il 46,5% dei giovani tra i 25-29 anni).
    Dal rapporto risulta che il 60,6% dei giovani ha svolto almeno un lavoro in una mansione in linea con il titolo di studio posseduto, mentre il fenomeno dell'over education ha interessato il 22,6% dei casi osservati.
    L'ingresso nel mercato del lavoro, e il conseguente stato di occupazione o disoccupazione, avviene progressivamente al crescere dell'età così come specularmente si riduce la quota degli inoccupati che passa dal 69,5% dei giovani iscritti ai Centri per l'impiego tra i 15-18 anni al 22,5% degli censiti tra i 25-29 anni.
    La condizione dei giovani in anagrafe che risultano occupati vede la prevalenza di rapporti di tipo subordinato (88,4%) e in particolare con un contratto a tempo indeterminato (circa il 55%) la cui quota sul totale aumenta al crescere dell'età. Per i più giovani (15-18 anni) rilevante è anche la quota dei contratti a tempo determinato (31,2%) nonché l'utilizzo dell'apprendistato (24,3%). Solo il 6% dei contratti riguarda forme contrattuali meno tutelate come il parasubordinato. Il 63% degli occupati è costituito da diplomati (52,2%) e laureati o con post laurea (10,9%), circa il 29% possiede il titolo di licenza media, l'8% al massimo il titolo di studio di licenza elementare.
    Una quota non irrilevante di occupati pari al 14,4% lavora nel settore manifatturiero che assorbe in misura superiore della media giovani della classe di età 25-29 anni. La parte maggiore dell'occupazione è rappresentata dal settore terziario.
    I titoli di studio più alti (laurea e post laurea) sono assorbiti quasi esclusivamente nel settore dei servizi (86,3%) mentre il settore manifatturiero assorbe per il 56% degli assunti i diplomati e laureati. Complessivamente l'82% degli avviamenti si verifica nell'occupazione dipendente (apprendistato, tempo determinato, tempo indeterminato e somministrazione), il 2,1% con il lavoro domestico,l'1,6% con il lavoro intermittente (la cui l'incidenza è piuttosto variabile negli anni) e il 14% con il lavoro parasubordinato. Nel lavoro dipendente, il tempo determinato costituisce il 62,1% delle assunzioni contro il 68% del totale delle assunzioni.
   

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