(ANSA) - MILANO, 17 OTT - "Dai un pesce a un uomo, mangerà
per un giorno. Gli insegni a pescare e mangerà per tutta la
vita": all'insegna di questo slogan si è svolta a Expo,
Padiglione Israele, la conferenza "Nutrire il Pianeta: Strategie
Internazionali per la Food Security" sui vari Progetti
Internazionali sviluppati dal KKL tra cui "Seeds of Hope" in
Etiopia e "Furrows in the Desert" in Kenya. Il KKL - Fondo
Nazionale Ebraico - è il più antico ente ambientalistico al
mondo: fondato nel 1901, da oltre un secolo la sua mission è lo
sviluppo, la bonifica e il rimboschimento della Terra di
Israele. E' attivo nello sviluppo di tecnologie per il riciclo
dell'acqua e in azioni di ripopolamento di zone interamente
desertiche. È il partner principale del Padiglione Israele.
Nutrire il pianeta è stato il tema cardine dei due progetti
illustrati: Karine Bolton Laor, Direttore Dipartimento
Cooperazione Internazionale KKL, ha presentato sia i promotori
di queste iniziative, sia i rappresentanti delle popolazioni
beneficiarie. Shoshana Haran, biologa, dopo molti anni di
esperimenti e ricerche su sementi, ha deciso di offrire le sue
conoscenze alle popolazioni di Butajira (Etiopia) creando il
progetto "I semi della speranza"; così come Moti Harari,
responsabile KKL del Laboratorio Ricerca e Sviluppo dell'Aravà,
che ha attivato il progetto "Solchi nel Deserto", più mirato
alle risorse idriche per l'agricoltura, in Turkana (Kenya). Due
progetti umanitari che offrono strumenti di autosostentamento a
popolazioni che non possiedono nulla.
Nyashwaya Peterson, responsabile del Padiglione keniota e del
Turkana, ha testimoniato le criticità dei problemi di
sopravvivenza della sua popolazione; per loro, l'aiuto del KKL,
in particolare dall'Italia, è fondamentale. I volontari del KKL
hanno trasferito le conoscenze indispensabili ai giovani kenioti
- spesso orfani - per passare dal nomadismo e dalla pastorizia
senza futuro all'agricoltura, fornendo loro sementi e
infrastrutture idriche.(ANSA).
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30 ott. 2015