Mondo cooperazione lancia allarme legalità

Don Ciotti, "processo purificazione deve partire da interno"

Redazione ANSA

MILANO - Il mondo della cooperazione italiana lancia a Expo l'allarme legalità: "stop alle false cooperative" è il messaggio che l'Alleanza delle cooperative italiane ha voluto rimarcare nel corso dell'assemblea nazionale. Sono oltre 27 mila le firme raccolte in un mese e mezzo dall'Alleanza, che riunisce Confcooperative, Agci e Legacoop, per promuovere una legge di iniziativa popolare contro le imprese che utilizzano la forma cooperativa in modo distorto, inquinando il mercato con massimo ribasso, con l'evasione di tasse e tributi, concorrenza sleale e senza il rispetto dei diritti dei lavoratori.
Sono oltre 120 mila i lavoratori delle imprese che non aderiscono all'Alleanza che operano all'interno delle false cooperative, secondo una stima del loro centro studi. Un fenomeno che colpisce trasversalmente tutti i settori dalla logistica, al facchinaggio, alle pulizie fino a multiservice, con una perdita netta in termini fiscali e previdenziali di oltre 750 milioni di euro l'anno.
"I fatti degli ultimi tempi sono di una gravità enorme - ha commentato nella sua relazione il presidente dell'Alleanza, Rosario Altieri, riferendosi agli episodi di cronaca che hanno coinvolto anche il mondo della cooperazione nell'inchiesta Mafia Capitale - noi non possiamo assistere inerti agli sfregi che si consumano nei confronti della cooperazione. Noi pretendiamo che chi opera in questo campo lo faccia nel migliore dei modi possibile, nel rispetto delle regole ed in coerenza con i valori e gli ideali propri di questa particolare forma di impresa".
Con la proposta di legge di iniziativa popolare il mondo delle imprese cooperative chiede al Parlamento di adottare misure più severe e incisive per contrastare il fenomeno delle false coop, anche con la creazione di una cabina di regia al ministero dello Sviluppo economico che possa coordinare i soggetti chiamati a vigilare.
"La crisi ha reso più acuto il fenomeno delle false cooperative ossia l'utilizzo fraudolento da parte di imprenditori del malaffare che intravedono una possibilità di esercitare una attività economica attraverso un'azione border line, oltre il limite della legalità - ha sottolineato il presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini -. Queste persone hanno creato un danno alle cooperative vere e autentiche che sono due volte colpite, perchè vedono del lavoro sottratto e perchè, come ha detto anche Papa Francesco, prostituiscono il modello cooperativo e alterano la reputazione che si è costruita nei decenni". Il processo di purificazione "deve partire dall'interno, non bastano protocolli e codici etici anche se importanti - ha ammonito nel suo intervento il fondatore di Libera, l'associazione nata per combattere le mafie, Don Ciotti - il primo codice etico deve essere all'interno delle nostre realtà. Le mafie tentano di tutto per penetrare nel tessuto delle cooperative e rispetto a questo serve uno sguardo lucido". Don Ciotti ha lanciato un appello alla cooperazione italiana: "ci sono alberghi, imprese confiscate alla mafia che rischiano di morire con i loro lavoratori a causa dell'inerzia della burocrazia. Salvate nella legalità quelli che stanno affondando".
Il sistema cooperativo "deve insistere perché ci sia un controllo interno" anche secondo il segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, monsignor Nunzio Galantino, che ha sottolineato come le imprese sane "non devono farsi strumentalizzare".

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