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Tesoro Mokbel, arrestati i presunti mandanti dell'omicidio Fanella

Cinque in manette. Carminati, "Denaro sputa in faccia a Mokbel"

Un gruppo di 'neri' che voleva mettere le mani sul suo 'tesoro' e, per farlo, aveva pianificato di sequestrarlo. Finendo però per ucciderlo. Si chiude il cerchio attorno all'omicidio di Silvio Fanella, l'uomo considerato il "cassiere" di Gennaro Mokbel, assassinato lo scorso luglio a Roma durante un tentativo di rapimento. Dopo gli arresti dei tre presunti membri del commando di finti finanzieri che, con la scusa di una notifica, si erano introdotti nell' abitazione del broker alla Camilluccia la mattina del 3 luglio, la polizia di Stato ha rintracciato anche i presunti mandanti e i presunti fiancheggiatori.

Sono cinque i nuovi arresti eseguiti dalla Squadra Mobile di Roma, diretta da Renato Cortese. Tra questi ci sono Manlio Denaro, 56enne romano detto "Il Canuto", coinvolto e assolto nel procedimento sulla maxi truffa Fastweb-Telecom Italia Sparkle, ed Emanuele Macchi di Cellere, ex terrorista legato ai Nar, già in carcere a Genova dopo essere stato rintracciato in Francia per un'altra condanna. Per gli investigatori sarebbero loro gli ideatori dell'azione.

L'obiettivo del gruppo, che gravitava nella destra estrema, sarebbe stato di mettere le mani su soldi e gioielli custoditi da Fanella, sequestrati dopo la sua morte in una casa di campagna. Ma quel giorno le cose sono andate diversamente dal previsto: Fanella è stato ucciso e un componente della banda, Giovanbattista Ceniti, é rimasto a terra ferito. Proprio il ferimento di Ceniti al gluteo con un colpo di pistola durante una colluttazione con la vittima sarebbe stato fatale per i suoi complici. Dal telefonino che aveva con sé gli investigatori sono risaliti a una serie di "cellulari citofono" (i cui numeri erano memorizzati in rubrica con nomignoli come 'super' o 'verde') utilizzati dagli arrestati per parlare tra di loro. Per gli investigatori il ruolo chiave nella pianificazione dell'azione viene ricoperto da Denaro. Insieme a Egidio Giuliani - arrestato a settembre con l'accusa di essere uno dei membri del commando - sarebbe stato ripreso dalle telecamere di via della Camilluccia, nei pressi dell'abitazione della vittima, mentre parcheggia la Fiat Croma con cui dopo il delitto si dà alla fuga assieme al terzo complice, Giuseppe Larosa.

A fine giugno Denaro viene intercettato dai carabinieri del Ros - che indagano su Mafia Capitale - mentre da una cabina telefonica di via Flaminia, spesso utilizzata da Massimo Carminati, telefona a Giuliani per organizzare la "festa della nonna". Un codice, secondo gli inquirenti, in realtà si parla dell'arrivo dei tre a Roma. Denaro è un uomo considerato 'pericoloso' dallo stesso Carminati che parla di lui in auto con un altro degli arrestati nell'inchiesta "Mafia Capitale", il 18 ottobre 2013. Riferendosi a un presunto debito di circa un milione di euro che Denaro avrebbe nei confronti di Gennaro Mokbel, dice: "Non glieli dara' mai. Manlio gli sputa in faccia a Gennaro, gli dice 'cosa vuoi?'".

Durante l'operazione sono scattate perquisizioni nella sede della cooperativa Multidea di Novara fondata da Giuliani. A finire in manette anche Gabriele Donnini e Carlo Italo Casoli che - secondo gli investigatori - insieme alla figlia del secondo Claudia (agli arresti domiciliari), avrebbero aiutato il gruppo a rubare l'auto con cui sono scappati dalla casa di Fanella e procurato documenti falsi.

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