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Quattro alpinisti morti in Valtellina

(di Michele Pusterla) Quattro alpinisti brianzoli sono morti oggi pomeriggio sul monte Disgrazia dal lato della Val Masino. Nemmeno una settimana fa sullo stesso monte, ma dal versante della Val Malenco, erano morti due turisti tedeschi, marito e moglie di Berlino.

La tragedia è avvenuta poco prima delle 10.30. Secondo le testimonianze raccolte dalla guardia di finanza e dai carabinieri di Ardenno, ora impegnati a stilare il rapporto da trasmettere alla Procura, il primo a scivolare è stato Alberto Peruffo, 51 anni di Veduggio, che avrebbe trascinato nel vuoto gli altri tre amici con i quali era legato in cordata, Giuseppe Ravanelli, 46 anni di Monza, Giuseppe Gritti, 46, di Mezzago, e Mauro Mandelli, 46 anni, di Brugherio.  Con loro erano partiti anche altri due alpinisti, che però a un certo punto hanno non proseguire nella scalata per la via normale del monte Disgrazia, una delle vette più importanti della Valtellina dal versante del territori comunale di Val Masino (Sondrio), a quota 2900 metri per le condizioni proibitive del tempo con una bufera di neve e un vento gelido.   

''Noi rinunciamo. Torniamo indietro, scendiamo a valle. State molto attenti'', avevano detto lasciando il resto della spedizione. Poco dopo è successo l'incidente di cui sono stati testimoni impotenti, sentendo le grida dei loro quattro amici che stavano precipitando di alcune decine di metri. A quel punto hanno raggiunto il rifugio Ponti (oggi chiuso) quindi sono scesi poco più a valle fino a quando hanno trovato la copertura della rete telefonica e con un cellulare hanno avvisato il 118.

La nebbia fitta e la nevicata, in alta quota, hanno impedito all'eliambulanza di raggiungere il luogo dell'incidente. Le squadre da terra del soccorso alpino della settima delegazione di Valtellina e Val Chiavenna con i militari del Sagf della Guardia di Finanza di Sondrio hanno raggiunto il canalone in cui erano piombati i 4 monzesi dopo alcune ore di cammino. Per loro non c'era più nulla da fare mentre la neve cominciava va coprire i corpi esanimi. Adesso le salme si trovano all'obitorio dell'ospedale di Morbegno a disposizione dell'autorità giudiziaria.

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