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Expo, primi interrogatori in Procura

Sentito ad della società Tagliabue, impresa dell'appalto 'vie d'acqua'

ANSA) - MILANO, 19 SET - L'ad della società Tagliabue spa, Giuseppe Asti, è stato interrogato nell'ambito del nuovo filone dell'inchiesta della Procura di Milano con al centro l'appalto di Expo per le 'vie d'acqua' e che vede, tra gli indagati, anche il responsabile di Padiglione Italia, Antonio Acerbo, che si è dimesso dalla carica di commissario delegato per le opere infrastrutturali dell'Esposizione Universale.

Mercoledì scorso, infatti, gli investigatori della Gdf, che avevano effettuato una serie di perquisizioni tra Milano e Vicenza, si erano presentati anche negli uffici della Tagliabue spa, una delle quattro aziende che facevano parte dell'associazione temporanea di imprese (Ati), capeggiata dalla Maltauro spa, che ha vinto la gara d'appalto per le 'vie d'acqua' che sarebbe stata truccata da Acerbo in cambio di presunte tangenti. L'ad della società è stato interrogato, assistito dal legale Giuseppe Fiorella, per oltre un'ora nell'ufficio del pm Claudio Gittardi, titolare dell'inchiesta assieme al pm Antonio D'Alessio.

I documenti relativi al contratto di consulenza fatto ottenere dall'imprenditore vicentino Enrico Maltauro al figlio di Antonio Acerbo, il responsabile di Padiglione Italia per l'Esposizione Universale, sono stati trovati dalla Gdf di Milano già lo scorso maggio, nella prima tranche dell'inchiesta con al centro appalti Expo che portò a 7 arresti. E' quanto si è saputo in relazione alle nuove indagini della Procura di Milano che vedono indagato Acerbo, che si è dimesso da commissario delegato Expo, per corruzione e turbativa d'asta. A seguito delle perquisizioni dello scorso 8 maggio, quando vennero arrestati, tra gli altri, l'ex parlamentare Dc Gianstefano Frigerio, l'ex funzionario Pci Primo Greganti e l'imprenditore Maltauro, gli investigatori della sezione pg della Gdf hanno trovato documenti su quella consulenza da 30 mila euro affidata dalla Maltauro allo studio di ingegneria del figlio di Acerbo, Ilvio (ora indagato per riciclaggio), per un progetto di riqualificazione urbanistica dell'area "ex scuderie De Montel" di proprietà del Comune a San Siro.

E proprio dal ritrovamento di quelle carte, assieme alla rilettura di intercettazioni, atti e verbali della prima 'tranche' dell'inchiesta, è nata la nuova indagine con al centro l'appalto delle 'vie d'acqua' che venne assegnato alla Maltauro. Una gara che, secondo l'accusa, sarebbe stata turbata da Acerbo, all'epoca responsabile unico del progetto e nella commissione aggiudicatrice, in cambio di tangenti, ossia presunte "utilità economiche", tra cui quel contratto di consulenza al figlio del manager. Contratto che risulta compatibile per quanto riguarda i tempi, in quanto risale al periodo in cui Acerbo era direttore generale uscente di Palazzo Marino (nella Giunta Moratti, tra il 2010 e il 2011) e stava per diventare manager di Expo (dal 2012).

Nell'ambito dell'inchiesta coordinata dai pm Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio, da lunedì prossimo i consulenti della Gdf cominceranno ad analizzare tutto il materiale informatico sequestrato, tra cui e-mail, nelle perquisizioni di due giorni fa, tra Milano e Vicenza. Mentre il numero degli indagati, da quanto si è saputo, è aumentato.

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      Camera di Commercio di Milano
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