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Ecco Pacs, Marina in campo per controllo e mappatura fondali

Ammiraglio Ugazzi:Tecnologia c'รจ,ora istituzioni ci chiamino

01 ottobre, 20:37
(ANSA) NAPOLI, 1 OTT - La Marina Militare scende in campo per la sicurezza dei fondali degli otto principali porti del Sud Italia. È l'operazione "Port and coastal survoy" mirato ad un controllo e mappatura dei fondali marini, al termine del quale la Marina ha perfezionato l'utilizzo di nuovi sistemi acquistati nell'ambito del programma Pacs (Port and Coastal Survey), rivolto alle regioni convergenza e finanziato per metà dal Minitero degli Interni e per l'altro 50% dalla Ue attraverso il Pon. Gli elementi a disposizione dei due team della marina che operano nel programma sono un container per uso ufficio e la raccolta e analisi dei dati. Un gommone Uss10A che opera con o senza operatore ed ha un sonar scafo e un sonar rimorchiato; un mini sommergibile filoguidato Pluto Plus con sonar, telecamera e bracci manipolatori equipaggiato anche per la distruzione di oggetti e un veicolo subaqueo autonomo capace di operare, con una autonomia da quattro a sette ore, su percorsi pre-programmati per la mappatura dei fondali e la scoperta di oggetti. "Questa atrezzatura - spiega l'ammiraglio Ermenegildo Ugazzi, comandante marittimo Sud Italia - risponde all'esigenza della Marina di assicurare la sicurezza del fronte a mare. Sulla costa si possono proteggere i siti a terra con reticolati, muri, ma in mare è difficile garantire un'analoga protezione da una minaccia proveniente che non è solo una minaccia di superfice. In America già a anni i narcotrafficanti, ad esempio, coprano mini sommergibili, costruiti per scopi turistici, per trasportare drog o anche per la tratta di esseri umani". L'attrezzatura in dotazione ai due team, uno di base ad Augusta, in Sicilia, e l'altro a Taranto, è capace di "coprire in pochi giorni - spiega Mirko Leonzio, tenente di vascello e comandante del nucleo Sdai (Sminamento antimzzi insidiosi) - un'area molto grande come abbiamo fatto al porto di Napoli nei giorni scorsi, facendo una mappatura di una vasta area intorno al Molo San Vincenzo e verso il Beverello. Abbiamo avuto 36 contatti sensibili nella zona, trovando grossi copertoni, catene, e tre ordigni che abbiamo poi distrutto". Trovati anche dei fusti vuoti. Il sistema, infatti può essere utilissimo anche per ritrovare fusti di materiali inquinanti abbandonato da organizzazioni criminali in mare o anche batterie esauste. "La tecnologia c'è - spiega l'ammiraglio Ugazzi - ora aspettiamo che le istituzioni locali o nazionali ci indichino dove usarli, con i necessari investimenti".

Investimento che finora è stato di tre milioni e trecentomila per l'acuisto delle attrezzature e per le prime operazioni del progetto operativo. Il progetto è stato infatti sviluppato anche nel porto di Molfetta dove, prima di dare il via a lavori di ristrutturazione, è stata operata un'ampia mappaura che ha portato , spiega Leonzio, alla scoperta di sessantamila ordigni.

(ANSA).

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