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Ricerca: da ologramma plancton si studia assorbimento CO2

Esperimenti infrastruttura BioforU che unisce 5 enti ricerca

18 dicembre, 17:37
(ANSA) - NAPOLI, 18 DIC - Una colonna d'acqua marina che brulica della vita di microparticelle cellulari che si nutrono, crescono e, soprattutto, assorbono carbonio. Tutto questo diventa un ologramma che i ricercatori possono studiare con attenzione in laboratorio. È una delle innovative attrezzature in via di sperimentazione nell'ambito del progetto BioForU, una innovativa infrastruttura di ricerca per lo studio degli organismi viventi e dei meccanismi alla base del mantenimento della biodiversità.

L'infrastruttura di ricerca coinvolge l'Università del Salento a Lecce, per la bioecologia sperimentale, il CNR di Bari per lo studio della biodiversità molecolare, lo IAMC-CNR di Capo Granitola, in Sicilia, per l'osservatorio biodiversità marina, il CNR di Napoli per il bioimaging avanzato e la Stazione Zoologica Anton Dohrn per lo studio degli organismi marini e le conseguenti applicazioni. Queste cinque strutture costituiscono ora una grande piattaforma multidisciplinare integrata all'interno dei quali sono stati creati o potenziati laboratori per la ricerca avanzata. I primi due anni sono stati dedicati alla creazione dell'infrastruttura e a un progetto di formazione "con la finalità di rafforzare il nostro capitale umano e creare figure altamente specializzate, in grado di avere un approccio interdisciplinare alla ricerca e di saper individuare le nuove frontiere che la scienza sulla biodiversità si pone". Nella prima fase sono venti i giovani ricercatori che hanno partecipato alle attività di formazione poi di ricerca sul campo. Tra queste spiccano quelle sulla biodiversità marina e sul plancton. "Abbiamo applicato - spiega Alberto Basset, ordinario di ecologia all'università del Salento e responsabile del progetto formativo di BioForU - una tecnologia sperimentale che perette l'osservazione del plancton nella colonna d'acqua in laboratorio". Non più il vetrino sotto il microscopio, quindi, ma l'uso di "tecnologie - spiega Baset - che si avvicinano agli ologrammi, con una risoluzione tridimensionale tale che permette di vedere particelle delle dimensioni del micron e di studiare i rapporti spaziali tra le cellule, la loro distribuzione nella colonna d'acqua, la loro capacità di crescita e come assorbono i nutrienti. Possiamo quindi verificare la loro capacità di assorbire carbonio, e questo è uno dei campi di ricerca fondamentali per studiare le possibilità di assorbimento della Co2 atmosferico".

Come e quanto il plancton possa essere utile nel "pulire" l'anidride carbonica, insomma, potrà essere studiato anche attraverso questo tipo di osservazioni, ancora sperimentali, che si svolgono in particolare nella sede di via Pietro Castellino del Cnr di Napoli in stretta collaborazione con la stazione Anton Dohrn e con le altre infrastrutture di BioforU. Dopo la chiusura della prima fase, BioforU entra in un nuovo ciclo triennale in cui "faremo funzionare l'infrastruttura con accessi transnazionali sia con progetti finanziati a livello che con proposte sulla piattaforma di finanziamento europeo Horizon 2020", conclude Basset.

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