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Mare Aperto: esercitazione nello Ionio, 'guerra simulata'

Marina militare si addestra per fronteggiare minacce cielo-terra

05 marzo, 22:57
Mare Aperto: esercitazione nello Ionio, 'guerra simulata' Mare Aperto: esercitazione nello Ionio, 'guerra simulata'

 (di Roberta Grassi) (ANSA) - BRINDISI, 5 MAR - E' solo un'esercitazione in uno scenario di guerra 'simulato', non è una vera azione di guerra: Mare Aperto è un'operazione di addestramento della Marina Militare che si sta svolgendo nel mar Ionio. La prima fase si è già conclusa, nei giorni scorsi, nel mar Tirreno. Lo scenario contemporaneo condiziona le scelte, la tipologia di 'simulazioni' che si effettuano per poter essere in grado di fronteggiare qualsiasi genere di rischio che giunga dai cieli, dalla superficie del mare e perfino dalle profondità. Ma, assicura l'ammiraglio di squadra Filippo Maria Foffi, il comandante in capo della Squadra navale cui spetterà il compito di tracciare un bilancio: "Non c'è alcuna connessione con la situazione in atto dal punto di vista geopolitico". Del resto Mare Aperto è un appuntamento rituale, sospeso solo nel 2013 e nel 2014 perché la Marina Militare era impegnata nella missione umanitaria di salvataggio dei migranti nel Canale di Sicilia. Oggi è stato il secondo giorno del secondo segmento di esercitazione, quello che coinvolge il Secondo gruppo navale, comandato dal contrammiraglio Andrea Gueglio, che ha preso il testimone da Pierpaolo Ribuffo, il quale invece ha diretto le operazioni dal 28 febbraio fino al 3 marzo scorso nel mar Tirreno. Proprio Gueglio ha ospitato oggi un gruppo di giornalisti sull'incrociatore portaeromobili Garibaldi. Dall'alba fino a notte fonda i militari, in tutto 1.500, di cui almeno il dieci per cento è composto da donne, sono impegnati anche a testare l'efficienza delle comunicazioni e della capacità di trasmettere dati tra l'una e l'altra unità navale. Stamani si è proceduto all'addestramento al tiro, durante il quale hanno sparato colpi di cannone in mare aperto il Durand De La Penne, il Nimbelli e il Margottini. Poi è stato simulato un 'ruolo combattimento' per difendersi da una presunta minaccia aerea, quindi la 'delfinata' del battello Prini, che ha raggiunto gli 80 metri di profondità e ha effettuato una manovra di riemersione rapida. Infine è stato messo in scena un finto incendio di un elicottero, con ferito, per testare le capacità di difesa passiva. "Questa esercitazione serve a testare la buona efficienza degli apparati di bordo, la capacità di sinergia tra le varie unità, oltre che la prontezza operativa dell'intero gruppo navale", ha spiegato Gueglio. Oltre alle cinque unità navali impegnate nell'operazione, in serata si è aggiunta alla flotta anche la nave anfibia San Giorgio, del terzo gruppo navale di Brindisi. C'è poi all'opera il sommergibile Prini e in tutto sette elicotteri oltre a due aerei che per il maltempo non hanno potuto effettuare il decollo dalla Puglia. Un nodo importante resta il rinnovamento delle navi. L'incrociatore Garibaldi, comandato dal capitano di vascello Placido Torresi, è quest'anno al suo trentesimo anno di esercizio, altre navi sono operative da quarant'anni. A queste se ne sono aggiunte di nuove, ma l'auspicio resta quello di un potenziamento rispetto al quale l'amm. Foffi si è detto fiducioso: "Siamo sicuri - ha detto ai giornalisti - che nell'interesse nazionale verranno sviluppate le capacità che servono al Paese".(ANSA).

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