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No Tav, si riaccende la protesta in Val Susa, petardi contro cantiere

Lupi: "criminali che attaccano lo Stato non avranno alcuno spazio"

Si riaccende la protesta No Tav in Val Susa. Nella notte gli attivisti del movimento che si oppone alla Torino-Lione sono tornati a manifestare la loro rabbia contro il cantiere di Chiomonte. La zona è stata bersagliata da petardi, bombe carta e fuochi d'artificio, a cui le forze dell'ordine hanno risposto con un fitto lancio di lacrimogeni.

"Siamo davanti ad eventi criminali compiuti da persone, alcuni vengono anche dall'estero, che vogliono utilizzare un'opera per attaccare lo Stato. Non avranno alcun spazio". Così il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, ha commentato gli incidenti della scorsa notte ai cantieri Tav in Val di Susa.

 Durante i disordini un sostituto commissario di polizia è rimasto ferito in modo lieve. Un petardo lo ha colpito ad una caviglia, ustionandolo. Le forze dell'ordine hanno trovato e sequestrato nella zona un ponte artigianale, costruito con legno e fil di ferro, e utilizzato dai manifestanti per attraversare il torrente Clarea.

L'autostrada del Frejus Torino-Bardonecchia, chiusa intorno alla mezzanotte dopo che un gruppo di manifestanti ha incendiato alcuni pneumatici nella galleria di Giaglione, è stata riaperta intorno alle 3.30, quando si sono concluse le operazioni di bonifica. All'interno del cantiere, dove le attività sono state sospese per precauzione, il lavoro è regolarmente ripreso al termine della manifestazione.

Per il popolo No Tav una "grande nottata di lotta", come si legge sui siti internet del movimento; per il sanatore Pd Stefano Esposito "il solito triste copione" scritto da "teppisti, anarchici e autonomi, italiani ed europei". La protesta era nell'aria da qualche giorno. Da quando un centinaio di attivisti No Tav, alcuni dei quali di area anarchica e antagonista, si sono radunati in valle per l'ormai consueto campeggio itinerante. All'interno del quale, martedì, c'è stato un consiglio comunale 'aperto', alla presenza di amministrazioni di diversi comuni (con non poco imbarazzo nel Pd) al termine del quale è stata approvata una delibera contro il Tav che respinge ogni proposta di compensazione economica. Una specie di 'giuramento di Pontida' dei No Tav, che di fatto ha rinnovato l'alleanza fra alcuni Comuni e il movimento. E mentre gli amministratori della Valle di Susa contrari alla ferrovia Torino-Lione fanno i loro passi istituzionali - Susa e Condove hanno anche annunciato il ritiro dei loro rappresentanti dall'Osservatorio sulla Torino-Lione presieduto da Mario Virano - gli attivisti movimentano le piazze. Si blocca l'autostrada del Frejus, si compie un blitz in una delle ditte impegnate nel cantiere di Chiomonte (nei giorni scorsi un escavatore è stato danneggiato versando terra e acqua nel serbatoio), si manifesta a Susa davanti all'hotel che ospita le forze dell'ordine. E, questa notte appunto, si torna al cantiere di Chiomonte, dove i lavori di scavo - che di norma proseguono senza sosta - sono stati interrotti a scopo precauzionale.

Dopo avere incendiato alcuni pneumatici in una galleria dell'autostrada, all'altezza di Giaglione, i No Tav hanno tentato di avvicinarsi al cantiere, ma senza riuscirci perché presidiato da polizia, carabinieri e guardia di finanza. Il successivo lancio di fuochi d'artificio e di petardi è proseguito per oltre un'ora. Fino a quando i "folletti No Tav - si legge su uno dei siti internet del movimento - sono svaniti nel bosco". Prossimo appuntamento sabato per una nuova marcia.

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