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Patrizia D'Addario parlerà della notte con Silvio Berlusconi

Aggiungerà particolari 'inediti' sulle feste a Palazzo Grazioli

Confermerà quanto già riferito agli inquirenti durante le indagini e aggiungerà particolari finora "inediti" sulla dinamica delle due serate trascorse a Palazzo Grazioli la escort barese Patrizia D'Addario che deporrà oggi pomeriggio dinanzi al Tribunale di Bari. Oltre alla donna testimonieranno la sua ex amica Barbara Montereale, 28enne di Modugno (Bari), che partecipò a diverse feste organizzate nelle residenze dell'allora premier, e l'ex meteorina del TG4 Chiara Guicciardi, la 38enne modenese che confermò a verbale di aver trascorso una notte con il Cavaliere.

D'Addario, Montereale e Guicciardi sono tra i testimoni al processo a carico di sette persone - tra cui i fratelli Gianpaolo e Claudio Tarantini, Sabina Beganovic (in arte Began), la cosiddetta 'ape regina' delle feste organizzate dal Cavaliere - accusate a vario titolo di associazione per delinquere, sfruttamento, favoreggiamento e induzione della prostituzione. La vicenda è quella dei festini organizzati nelle case dell'allora premier tra il 2008 e il 2009. La 47enne escort barese, durante le indagini, disse di aver partecipato, su richiesta di Gianpaolo Tarantini, a due incontri nella residenza romana dell'allora capo del governo: la prima ad ottobre 2008 durante la quale, "nonostante le pressioni di Gianpaolo e del Presidente", D'Addario rifiutò di trattenersi "oltre la cena".

La seconda, il 4 novembre 2008, la donna accettò di trascorrere la notte "da sola" con Berlusconi. "Per tutta la notte - disse all'allora pm inquirente Giuseppe Scelsi - mi sono intrattenuta con lui, consumando sia rapporti intimi che parlando ininterrottamente, nonostante io avessi sonno. Quella notte ricevetti la promessa di un suo interessamento per risolvere la mia questione edilizia a Bari (la costruzione di un residence, ndr), senza che io gli avessi in alcun modo accennato, poiché lui evidentemente era già informato.

Al mattino feci colazione col Presidente che in quella circostanza mi donò una collana con pietre a forma di tartaruga oltre a ribadirmi la promessa del suo interessamento per il mio problema edilizio". Una volta tornata a Bari - disse D'Addario - "il Presidente mi chiamò sul mio cellulare ed io in quell'occasione registrai la conversazione. Gianpaolo, una terza volta, avrebbe voluto che io tornassi a Roma, sempre dal Presidente, ma io rifiutai anche perché la promessa fattami non era stata mantenuta". La donna parlerà anche della visita ricevuta a casa, subito dopo l'esperienza romana, di un sedicente dipendente del Ministero dell'Interno (che disse di chiamarsi Luigi) che le chiese se fosse "amica di un politico importante". Il giorno dopo la visita, Patrizia D'Addario denunciò di aver subito un furto in casa durante il quale le furono sottratti "computer, cd musicali e informatici, il telefonino, abiti, sottovesti e biancheria intima". Dopo il furto, la escort chiamò Luigi per riferirgli quanto era accaduto perché l'uomo le aveva detto di essere "molto potente" e invitò la donna a contattarlo nel caso avesse avuto problemi.

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