Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Puglia

  • Delitto Sarah Scazzi: Corte d'Appello conferma l'ergastolo a Cosima e Sabrina. 8 anni a Misseri per soppressione cadavere

Delitto Sarah Scazzi: Corte d'Appello conferma l'ergastolo a Cosima e Sabrina. 8 anni a Misseri per soppressione cadavere

La sentenza è stata emessa dopo tre giorni di camera di consiglio

Ad uccidere Sarah Scazzi, il 26 agosto di cinque anni fa, furono la zia Cosima Serrano e sua figlia Sabrina Misseri, cugina della vittima quindicenne: lo ha ribadito stasera la Corte di assise di appello di Taranto, dopo oltre tre giorni di camera di consiglio. Furono le due donne, anche per i giudici di secondo grado, a strangolare nella loro casa Sarah, e insieme a Michele Misseri, (condanna ad otto anni confermata per soppressione di cadavere) ad eliminarne il corpo, che fu trovato dopo 42 giorni in un pozzo-cisterna in contrada Mosca, nelle campagne di Avetrana (Taranto).

Il dispositivo della sentenza è stato letto dalla presidente della Corte, Patrizia Sinisi (a latere Susanna De Felice più i sei giudici popolari) poco prima delle 20.30. Nessuna reazione dalla gabbia a vetro in cui c'erano Cosima e Sabrina, nessun cenno da parte di Michele Misseri, che sedeva tra i banchi accanto al suo legale. In aula non c'era nessun esponente della famiglia Scazzi: mamma Concetta ha atteso a casa di conoscere il verdetto, suo marito Giacomo e il figlio Claudio sono nel nord Italia per lavoro. Reazioni invece della gente all'uscita di Michele Misseri, padre di Sabrina e marito di Cosima. Dai balconi qualcuno ha urlato 'Assassino', mentre epiteti sono stati uditi quando il furgone blindato con a bordo Cosima e Sabrina ha lasciato la sede della Corte di appello. I giudici hanno comunque parzialmente riformato la sentenza di primo grado per alcuni imputati di reati minori. Assolti, perché il fatto non sussiste, Antonio Colazzo e Cosima Prudenzano, che il 20 aprile 2013 erano stati condannati ad un anno di reclusione per favoreggiamento personale; confermata invece la condanna ad un anno e quattro mesi per Giuseppe Nigro, imputato per lo stesso reato.

La Corte ha inoltre rideterminato, riducendola, la pena per altri due imputati: un anno e quattro mesi a Vito Russo Junior, ex legale di Sabrina Misseri (due anni in primo grado per favoreggiamento personale), cinque anni e 11 mesi a Carmine Misseri, fratello di Michele (sei anni in primo grado per soppressione di cadavere). Sospesi per 90 giorni, il tempo per depositare i motivi della sentenza, i termini di custodia cautelare nei confronti di Cosima e Sabrina. Soddisfazione da parte della pubblica accusa, secondo la quale ha retto l'impianto accusatorio. Delusione nel collegio difensivo dei principali imputati, che ha annunciato ricorso in Cassazione. Non è servito dunque a Cosima il cambio di strategia difensiva dinanzi alla Corte di assise di appello. In primo grado si era avvalsa della facoltà di non rispondere, rimanendo ad ascoltare senza battere ciglio il dibattimento in aula. Dinanzi alla Corte di assise di appello, invece, il 27 febbraio scorso aveva reso dichiarazioni spontanee. Per 75 minuti, stringendo in mano un foglio sul quale però non aveva rivolto quasi mai lo sguardo, aveva difeso con vigore se stessa e la figlia Sabrina, piangendo per qualche attimo. "Sono passati 2015 anni - disse - e Gesù venne condannato dal popolo. Se allora tutti vogliono che siamo condannate... Oggi tutti i giorni vengono condannati degli innocenti". Tutt'altro atteggiamento quello di Sabrina, che in primo grado era stata interrogata a lungo difendendosi spesso tra le lacrime dalle pesanti accuse e respingendo l'idea che fosse arrivata ad odiare la cuginetta per la gelosia nei confronti dell'amico comune, Ivano Russo. Il 12 giugno scorso, nella stessa aula, Sabrina riuscì solo a dire "Non l'ho uccisa, so io quanto sono addolorata" per poi scoppiare a piangere senza riuscire più a parlare. Difese accorate che non hanno scalfito neppure la convinzione dei giudici di secondo grado: furono loro a strappare alla vita la giovanissima Sarah.

Sarah, dalla scomparsa al ritrovamento del corpo: i 42 giorni che sconvolsero un paese fino a scoprire la tragedia

Sarah Scazzi scompare nel nulla ad Avetrana (Taranto) tra le 13.45 e le 14.30 del 26 agosto 2010. Sarebbe dovuta andare al mare con la cugina Sabrina, ma le sue tracce si perdono prima di arrivare a casa Misseri dopo essere stata vista da alcuni testimoni percorrere il breve tratto di strada (poche centinaia di metri) che separano la sua abitazione dalla villetta in via Deledda. Quattro giorni dopo la scomparsa si comincia a mobilitare un gruppo su Facebook per cercare di trovarla. Il 31 agosto gli investigatori cominciano ad avvalorare l'ipotesi di un rapimento, tanto che in paese amici e conoscenti affiggono manifesti con la foto della quindicenne. Il 2 settembre il sindaco di Avetrana, Mario De Marco, lancia un appello: "Chi sa qualcosa di Sarah parli". Il 6 settembre torna a farsi avanti l'ipotesi di un allontanamento volontario per alcune frasi di Sarah tratte dal web e dal diario; nello stesso giorno la mamma di Sarah, Concetta Serrano, rivolge un appello al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano perché ritrovino sua figlia. Tre giorni dopo il Capo dello Stato assicura il massimo impegno nelle ricerche; quella sera in paese si tiene una fiaccolata. Per sensibilizzare l'opinione pubblica si mobilita anche il mondo del calcio. Il 12 settembre uno striscione viene mostrato in campo prima della partita Lecce-Fiorentina. Il 29 settembre Michele Misseri, zio di Sarah e padre di Sabrina, riferisce di aver trovato il cellulare della ragazza in un campo; il giorno dopo la cugina Sabrina viene ascoltata a lungo dagli inquirenti. Il primo ottobre il procuratore di Taranto commenta in modo lapidario il ritrovamento del cellulare: "Non credo a coincidenze quando sono troppe". Il 2 ottobre, da un sit-in di compagni di classe di Sarah, spuntano storie di dissidi tra Sarah e la cugina. Gli investigatori cominciano a sospettare concretamente che sia accaduto qualcosa tra Sarah e la famiglia Misseri. Il 6 ottobre, nella caserma del comando provinciale dei carabinieri a Taranto, c'è un interrogatorio fiume per Michele Misseri, la moglie Cosima Serrano, e la figlia maggiore, Valentina. L'uomo alla fine crolla e confessa: nelle campagne di Avetrana si cerca il cadavere di Sarah. I resti della ragazzina vengono individuati, in un pozzo-cisterna in contrada Mosca, nella notte tra il 6 e il 7 ottobre 2010, esattamente 42 giorni dopo la scomparsa della 15enne. Michele Misseri si accusa del delitto, dicendo di aver strangolato la nipote in garage. Ma il 15 ottobre successivo chiama in correità la figlia minore, Sabrina, che viene arrestata, e il 5 novembre la accusa di aver ucciso Sarah, confermando questo nel successivo incidente probatorio. Alla fine del 2010 Michele Misseri torna in varie forme ad accusarsi del delitto, ma gli investigatori non credono alle sue diverse versioni e nel frattempo raccolgono indizi anche sulla moglie dell'agricoltore e madre di Sabrina, Cosima Serrano, che viene arrestata il 26 maggio 2011, accusata di concorso in omicidio e sequestro di persona.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

Video ANSA



301 Moved Permanently

301 Moved Permanently


nginx
Vai alla rubrica: Pianeta Camere


Modifica consenso Cookie