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Terremoto, sciame tra Emilia e Toscana: paura ma nessun danno

La scossa più forte di magnitudo 4.1 è avvenuta alle 7.51 di venerdì

Torna a tremare la terra tra Toscana ed Emilia: lo sciame sismico che da giovedì notte si è fatto sentire sull'Appennino tra le province di Pistoia, Prato, Firenze, Bologna e Modena non ha provocato danni, ma tanta paura e la chiusura precauzionale delle scuole in alcuni centri. In diversi casi, come nella zona della montagna Pistoiese o a Camugnano (Bologna), la gente è scesa in strada dopo la scossa più forte che, venerdì mattina poco prima delle 8, ha fatto segnare ai sismografi una magnitudo di 4.3. Poi per tutto il giorno tante le scosse di minore entità, fino a venerdì sera quando i pennini degli apparecchi hanno segnato una magnitudo 3.5: la scossa è stata avvertita anche alla periferia nord di Firenze.

Oltre alla paura che ha provocato tante chiamate ai vigili del fuoco, il terremoto ha causato la decisione di chiudere le scuole in quattro comuni toscani e in 11 comuni emiliani: Vernio e Cantagallo, nel Pratese, il paese toscano più vicino all'epicentro, Sambuca Pistoiese (Pistoia) e Barberino del Mugello (Firenze), Porretta Terme, Grizzana Morandi, Castiglione dei Pepoli, Gaggio Montano, Castel di Casio, Vergato, San Benedetto Val di Sambro e Camugnano in provincia di Bologna e Fiumalbo, Montese e Pievepelago nell'alto Modenese. Tuttavia dove le scuole non sono state chiuse i bambini mandati dalle famiglie a lezione sono stati in numero molto inferiore al solito: la scossa più forte, quella di stamani, li ha sorpresi proprio mentre si preparavano ad uscire o erano per strada e c'è stato il tempo per fare dietrofront.

A Cantagallo (Prato) i bambini hanno fatto lezione in una palestra adiacente la scuola chiusa per precauzione ed il sindaco ha disposto la chiusura temporanea del palazzo comunale: non sono stati per ora rilevati danni, ma l'edificio in cui ha sede il Comune è antico e la chiusura servirà a far compiere i rilievi ai tecnici. Scuole chiuse, dunque, ma aperte le strutture più sicure: "Ho fatto chiudere le scuole alle 6.30 - ha spiegato il primo cittadino di Castiglion dei Pepoli Maurizio Fabbri - e ho fatto aprire e riscaldare il palazzetto dello sport, così le persone in strada da questa notte possono andare lì a riscaldarsi". Una cinquantina le scosse sopra i 2.0 dello "sciame" nella giornata di venerdì. Per alcuni notte in auto, o comunque tutto pronto per uscire di casa.

 

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