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Ecco come sarà la scuola targata Renzi

'La Buona Scuola' analizzata dal portale Skuola.net

Redazione ANSA

Dopo aver discusso con il mondo della scuola le proposte di riforma, il Governo si prepara a iniziare il percorso legislativo vero e proprio. Appuntamento per il CdM del 27 Febbraio. Intanto Renzi, in occasione del primo anniversario del suo governo, provvede a riassumere i punti principali dell’imminente riforma.
Dopo mesi di consultazioni e dibattiti, che secondo il governo hanno coinvolto quasi 2 milioni di persone, 'la Buona Scuola' è in rampa di lancio. La proposta di riforma del comparto istruzione dovrebbe vedere la luce, dal punto di vista legislativo, nel corso del prossimo Consiglio dei Ministri previsto per il 27 Febbraio. A pochi giorni da questo appuntamento, il Premier Renzi ha colto l’occasione del primo anniversario del suo governo per ricordare le novità in arrivo nel corso del convegno “La Scuola che cambia, cambia l’Italia”. La volontà del governo, per bocca del Ministro dell’Istruzione Giannini, è “portare la scuola dal '900 al terzo millennio”. Tra i punti caldi sul tavolo: la digitalizzazione della scuola, la stabilizzazione dei precari e l’innovazione dei programmi scolastici. Ecco una sintesi delle principali novità previste in arrivo, così come riporta il portale Skuola.net.

LA DIGITALIZZAZIONE OLTRE LE LIM–Renzi sostiene che il “dibattito sulla tecnologia a scuola non può fermarsi alle lavagne interattive”. Di fatto la (costosa) esperienza delle LIM viene bocciata: la scuola 2.0 si snoderà attorno ai tablet e ai device che sono già in possesso degli studenti secondo il modello del BYOD (Bring Your Own Device). Quindi allo Stato spetterà l’onere di proporre dei programmi per fornirli alle famiglie più indigenti ma soprattutto per portare banda larga e wi-fi nelle scuole.
GLI STUDENTI UN INVESTIMENTO PER LE AZIENDE – Per superare lo scollamento tra il mondo della formazione e quello del lavoro, si punta sull’alternanza scuola-lavoro. Si pensa a tal proposito di portare a 200 ore il tempo dedicatoalla formazione dei ragazzi nella pratica del lavoro e di renderlo obbligatorio nell’ultimo triennio degli istituti tecnici e professionali. Nell’ultimo anno scolastico, gli studenti coinvolti in questo tipo di attività sono stati solo il 10%. Con la Buona Scuola si vuole inoltre estendere questa pratica anche ai ragazzi dei licei, seppur in maniera facoltativa. Tra gli obiettivi più importanti da raggiungere c’è quello di coinvolgere più aziende nel programma di studio e lavoro, a riguardo il Ministro Stefania Giannini, intervenuta all’evento ha dichiarato “alle imprese diremo che portare studenti in azienda un giovane è un investimento”.
MENO PRECARI PIU’ CONCORSI –I precari sono la sfida forse più difficile che il governo dovrà affrontare: 150 mila stabilizzati entro l’inizio dell’anno scolastico 2015/2016, questa la promessa con cui si era presentata la Buona Scuola lo scorso settembre. In realtà ieri Renzi ha precisato che il numero complessivo sarà inferiore di circa il 20%, perché verranno esclusi quegli insegnanti che non mettono piede in aula da più di 5 anni. I nuovi assunti saranno scelti fra gli iscritti alle GAE (graduatorie ad esaurimento), che saranno svuotate entro il 2016-2017 e fra i vincitori dell’ultimo concorso pubblico indetto da Profumo. Da oggi in poi le assunzioni avverranno solo attraverso il concorso, il primo da indire proprio nella primavera 2015.
BASTA SUPPLENTITE – Il numero di precari di cui è prevista l’assunzione è di gran lunga superiore al numero di cattedre. Gli insegnanti che non avranno una cattedra, ovvero delle classi fisiche di assegnazione, saranno impiegati per realizzare il cosiddetto organico funzionale. Saranno quindi a disposizione del singolo istituto, o di reti di istituti, per realizzare attività come l’orientamento, i corsi di recupero, l’innovazione della didattica, progetti formativi extra-scolastici e via dicendo. Inoltre permetteranno di coprire le supplenze brevi, ovvero le assenze di breve periodo dei docenti titolari, evitando che gli studenti perdano ore di lezione come avviene oggi nella stragrande maggioranza dei casi.
MERITOCRAZIA E NUOVE FIGURE A SCUOLA - Avanti sulla linea della meritocrazia. Secondo Renzi “l'insegnante non è l'ultima ruota del carro, è il motore del cambiamento”, per questo si vogliono legare gli scatti stipendiali anche ad un criterio meritocratico piuttosto che di anzianità come avviene attualmente. L’entità dei premi e i metodi di valutazione saranno decisi all’interno dei singoli istituti secondo criteri stabiliti a livello centrale.
PRESIDI TRA SCUOLA E MANAGEMENT– La Buona Scuola vuole portare a compimentol’autonomia scolastica varata da Berlinguer. In relazione a questo temasarà data più libertà ai presidi di gestire i fondi destinati agli istituti. Anche per loro, e non solo per gli insegnanti quindi, ci saranno delle valutazioni sul loro operato e sulla gestione delle spese nelle singole scuole.
PRIVATI NELLE SCUOLE - Renzi si è espresso sul tema finanziario aprendo alla possibilità destinare il 5 per mille alle scuole ma anche donazioni defiscalizzate da parte dei privati alle singole scuole. “Sarà un meccanismo serio quando ogni genitore potrà sostenere le singole scuole sul modello del 5xmille”dichiara il premier. Insomma l’obiettivo sembra essere quello difavorire l’intervento dei privati nei bilanci delle scuole, magari sgravando le famiglie più indigenti dall’obbligo di versare il contributo scolastico volontario, che di fatto oggi è necessario alla sopravvivenza delle stesse.
NUOVA (E VECCHIA) ALFABETIZZAZIONE–“Dobbiamo educare i ragazzi alla bellezza della musica, dell'arte”, spiega Renzi ai giornalisti. Così bella Buona Scuola sono previsti interventi perrafforzare l’insegnamento di quelle discipline, come la storia dell’arte e la musica, che negli ultimi anni avevano subito un netto ridimensionamento. Ci saranno più ore per queste ultime ma anche per rafforzare tutte quelle competenze che oggi vengono richieste dal mondo del lavoro: la conoscenza delle lingue straniere, il digitale, l’educazione finanziaria. Secondo Renzi, infatti, “con il digitale siamo di fronte alla stessa novità del passaggio dagli amanuensi alla stampa”.

 

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