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Withney Houston, Cielo propone Sparkle

Withney Houston, Cielo propone Sparkle

Cresce intanto attesa per il biopic che Lifetime sta preparando sulla cantante morta nel 2012 VIDEO

01 agosto 2014, 13:34

Redazione ANSA

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La statua che raffigura Whitney Houston al Museo di Madame Tussauds a Berlino © ANSA/EPA

La statua che raffigura Whitney Houston al Museo di Madame Tussauds a Berlino © ANSA/EPA
La statua che raffigura Whitney Houston al Museo di Madame Tussauds a Berlino © ANSA/EPA

Cielo prepara omaggio per Withney Houston. A pochi giorni da quello che sarebbe stato il suo cinquantunesimo compleanno (il prossimo 9 agosto) andrà in onda lunedi' in prima tv in chiaro Sparkle, l'ultimo film interpretato da una delle cantanti più talentuose di tutti i tempi, scomparsa prematuramente nel 2012.

Considerata da molti artisti e critici musicali come la più grande voce femminile della storia della musica, nel corso della sua carriera ha dimostrato anche di essere un'attrice di talento. In questo remake dell'omonimo film del 1976,diretto dal regista Salim Akil, si ripercorre la storia della band femminile Supremes che lanciò Diana Ross e, purtroppo, rappresenta l'ultima esperienza cinematografica della Houston che qui interpreta il convincente ruolo di Emma, madre di tre ragazze che vogliono sfondare nel mondo della musica.

Il film, ambientato nella Detroit del 1968, racconta le vicende di tre sorelle che sognano di diventare delle star della musica. Grazie alle loro capacità e alla forza di volontà riescono a raggiungere il successo desiderato, nonostante l'iniziale disappunto della madre (Whitney Houston) che, a causa del suo fallimento da giovane in ambito musicale, si rivela diffidente e apprensiva verso la carriera delle figlie. Sparkle sembrava presagire il rilancio della carriera della Houston dopo un periodo cupo tra droghe ed alcool. Invece si rivelerà solo uno degli ultimi casi di opera postuma, presentata dopo la scomparsa di una delle attrici protagoniste. 

Cresce attesa biopic
La trasmissione americana Entertainment Tonight ha mostrato una prima clip del biopic, ancora in produzione, che il canale Lifetime sta preparando sulla cantante scomparsa nel 2012 a 48 anni. Dirige Angela Bassett mentre la cantante è interpretata da Yaya DaCosta.

  

Whitney Houston fu regina soul pop. Il racconto della sua scomparsa il 12 febbraio 2012
Si puo' solo provare sgomento nel commentare un'altra morte annunciata. Whitney Houston e' stata trovata morta in un hotel di Beverly Hills: a 48 anni ha concluso il suo inferno personale e, per una triste coincidenza del destino, proprio alla vigilia della cerimonia del Grammy Award, l'Oscar della musica che nel 1986, a soli 23 anni, l'aveva consacrata come la nuova regina del soul pop mondiale. Ora il suo nome si aggiunge all'elenco infinito di catastrofi umane che, come una terribile maledizione, ha falcidiato i migliori talenti della musica nera. A rendere piu' atroce, e purtroppo prevedibile, la sua morte e' il fatto che il suo declino sia avvenuto in diretta sotto gli occhi del mondo: il catastrofico matrimonio con Bobby Brown e gli scioccanti racconti della sua tossicodipendenza sono diventati oggetto di un reality, mentre l'industria del gossip si e' arricchita pubblicando le foto impietose di una donna ancora giovane che un tempo era stata di una bellezza splendente trasformata in una barbona. Poi e' andata in scena la solita trafila di percorsi falliti di riabilitazione, interviste-confessione con Ophra Winfrey, malinconici tentativi di tornare in tournee, concerti annullati, tristi performance. Nient'altro che un triste prologo alla solita morte nella camera di un albergo. Un disastro inarrestabile diventato materia per gli appetiti perversi del reality e del gossip che ha fatto troppo presto coniugare al passato una storia musicale fuori dal comune. Perche' nei pochi anni in cui e' riuscita a controllare i suoi demoni, Whitney ha lasciato una traccia indelebile. Era una predestinata la povera Whitney Houston: sua mamma e' Cissy Houston, grande cantante di gospel e voce importante della tradizione black, sua cugina e' Dionne Warwick (cui somigliava per bellezza e naturale eleganza), Aretha Franklin e' la sua madrina.

E la sua voce, prima che fosse rovinata dal crack, era un dono di Dio. Dopo il tradizionale apprendistato nei cori della chiesa del New Jersey, lo stato dove era nata, la Houston viene scoperta da Clive Davis, uno dei nomi piu' influenti della storia della discografia. Il suo esordio e' folgorante: nel 1985 piazza brani come How Will I Know, Greatest Love of All e Whitney diventa una star mondiale. Per il suo terzo album I'm Your Baby Tonight, quello con I Wanna Dance With Somebody, Clive Davis organizza una presentazione nel castello reale di Monaco di Baviera, con lo stesso Davis a illustrare ai media di tutto il mondo i brani uno per uno. Whitney Houston sembrava davvero una regina. Era il 1990: il suo regno sarebbe durato ancora poco. Si puo' dire che il suo ultimo vero trionfo sia stato The Bodyguard, il film con Kevin Costner dove sostanzialmente interpreta se stessa. Un'interpretazione che si merito' un Razzy, ma il film sbanco' i botteghini di tutto il mondo e la canzone I Will Always Love You e' diventata un classico. Negli anni '90, senza rinunciare ai milionari cachet cinematografici, gia' sposata con Bobby Brown, prosegue la carriera senza toccare piu' le vette di un tempo. Poi comincia il declino. Whitney Houston ha venduto 190 milioni di copie, e' entrata nel Guinness dei primati ed e' una delle donne piu' premiate della storia della musica. Aveva una tecnica sovrannaturale e sul piano vocale era in grado di cantare praticamente qualsiasi cosa. Se aveva un limite, era proprio l'eccessivo controllo, la tendenza a far prevalere il virtuosismo sull'emozione. Generazioni di cantanti le devono moltissimo: e' lei che ha fatto da trait d'union tra la tradizione e le nuove star alla Beyonce che oggi occupa con sicurezza e il suo talento innato per la spettacolarita' il posto che e' stato di Whitney Houston. Non resta che la pieta' per una regina che si e' lasciata morire in pubblico. Il fatto che il suo nome sia nel Guinness dei primati rende ancora piu' agghiacciante questa ennesima storia di gloria e di morte.

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