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De Chirico, pubblicate 160 opere inedite

De Chirico, pubblicate 160 opere inedite

Esce Catalogo curato da Fondazione maestro con denuncia falsi

25 luglio 2014, 16:43

Silvia Lambertucci

ANSACheck

Inediti de Chirico - RIPRODUZIONE RISERVATA

Inediti de Chirico - RIPRODUZIONE RISERVATA
Inediti de Chirico - RIPRODUZIONE RISERVATA

   Tele sorprendenti come ''Il sognatore poetico'' del 1937, acquisita dall'Israel Museum di Gerusalemme.
    O lavori più tradizionali, come l'Autoritratto del 1934, emerso da una collezione privata. Autore geniale e prolifico, attivo per quasi tutto il Novecento, non finisce di stupire il grande Giorgio De Chirico. Tanto che a 36 anni dalla morte, avvenuta nel 1978, vengono alla luce - insieme agli innumerevoli falsi - anche 160 opere inedite o comunque sconosciute agli studi.
   

La novità in un nuovo Catalogo generale il cui primo volume arriva in questi giorni nelle librerie per i tipi della Maretti Editore. E che si propone di portare a termine la catalogazione dell'imponente produzione del maestro ponendo allo stesso tempo un argine al fenomeno dei falsi che negli ultimi anni ha avuto un'ulteriore impennata.
Introdotto da un saggio di Claudio Strinati, il volume - il primo di una serie di almeno 4 - raccoglie il frutto di anni di lavoro della Fondazione Giorgio e Isa De Chirico che ha tra le sue mission quella di ''cercare e catalogare le opere ritenute autentiche dal maestro'', oltre a gestire la casa museo di Piazza di Spagna e custodire un patrimonio di oltre 550 fra tele e disegni.

Un'opera, spiega il presidente della Fondazione Paolo Picozza, che cerca di mettere un punto sulla sterminata produzione dell'inventore della Metafisica, 27 anni dopo la pubblicazione dello 'storico' Catalogo generale curato da Claudio Bruno Sakraischik (ormai introvabile) che era arrivato ad autenticare 2.600 quadri di De Chirico e che si era interrotto nel 1991 con la morte di Sakraischik. Raccolte in questo primo volume del Catalogo generale della Maretti ci sono 450 opere che datano dal 1912 al 1976 e che non erano comprese nel catalogo di Sakraischik. Di queste, 290 sono corredate di bibliografia (pubblicata in allegato) mentre altre 160 risultano allo stato inedite e pressoché sconosciute agli studi, come fa notare Strinati, ''anche se un certo numero di quadri che compaiono nel volume è apparso in aste o esposto in mostre con relativi cataloghi, a volte autorevoli, a volte marginali''. Nella sua lunga vita, De Chirico - fa il conto il presidente Picozza- ha prodotto qualcosa come 5 mila fra quadri e disegni.

 L'obiettivo della Fondazione, spiega, è di arrivare nel giro di qualche anno a mettere definitivamente ordine in questo mare magnum, catalogando e pubblicando le oltre duemila opere che mancavano nell'opera di Sakraischik e dandogli un ordine cronologico attendibile. Dopo quello appena pubblicato, un secondo tomo , con altre 450 opere, è quindi previsto per gennaio 2015, seguito da un terzo di eguale peso per la fine del 2015 e quindi da un quarto ''fino all'esaurimento del materiale raccolto''. Tutto questo per ''fornire agli studiosi e ai collezionisti un importante ed esaustivo strumento di consultazione, di confronto e di lavoro'' . Ma anche , sottolinea l'avvocato, ''per cercare di arginare il fenomeno sempre ricorrente dei falsi''.

''Falsario'' in qualche modo anche lui dei suoi lavori, autore di tele 'retrodatate' o anche postdatate, De Chirico dovette combattere per una larga parte della vita con le contraffazioni del suo lavoro (''io sono oggi il pittore piu' falsificato'' scrive lui stesso in una delle memorie legate alle controversie ) oggetto nel 1947 di una disputa che fini' in tribunale per una Piazza d'Italia che lui riteneva falsa e poi nel 1949 di una nuova clamorosa polemica con la Mostra d'arte della Biennale di Venezia (accusata dal maestro di aver esposto un falso attribuendoglielo) e in particolare con il critico Roberto Longhi che era fra i componenti della commissione. Dopo la sua morte, il fenomeno della contraffazione ha subito una vera impennata (al punto che i suoi quadri sono stati i primi sui quali e' stata sperimentata la lettura a raggi X) in particolare dall'inizio degli anni Duemila. Da qui, spiega Picozza, la decisione di affrettare la pubblicazione del Catalogo e di corredarlo anche di un ''florilegio di opere false, alcune accertate con sentenza passata in giudicato dalla magistratura, altre che la Fondazione ha ritenuto tali''..

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