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Alitalia: Del Torchio, accordi dolorosi ma no alternative

Accordo con Etihad venerdì in assemblea, ma Poste non arretra

Alitalia è arrivata al punto di svolta. Venerdì l'assemblea dei soci dovrà dare il via libera all'accordo con Etihad, ma intanto Poste non arretra gettando un'ombra sull'intera trattativa. ''Dopo settimane, mesi di duro lavoro stiamo ormai a un passo dal punto di svolta per Alitalia'', dice l'ad Gabriele Del Torchio in una comunicazione ai dipendenti, spiegando che ''è un punto di svolta perché ci apre le porte sul futuro, ma è anche un punto di ritorno: non ci sono dilazioni possibili, non ci sono altre strade, non c'è più tempo''.

Nella comunicazione, firmata anche dal presidente della compagnia Roberto Colaninno, Del Torchio spiega che ''tra le condizioni imprescindibili richieste dalla compagnia degli Emirati per entrare in Alitalia ce ne sono tre che riguardano direttamente o hanno impatti sulle persone e che si devono realizzare prima del loro investimento: raggiungimento degli obiettivi di costo 2014, dimensionamento dell'organico in linea con il piano disegnato, clima non conflittuale per i prossimi anni''. Quindi il numero uno di Alitalia sottolinea che ''nonostante i tentativi dei giorni scorsi di ratificare quanto condiviso, oggi a due giorni dalla scadenza che può decretare l'ingresso o meno di Etihad in Alitalia, siamo in una situazione difficilissima che rischia di vanificare tutto quello per cui abbiamo duramente lavorato fino ad ora e soprattutto di negare a questa compagnia e a tutte le sue persone un futuro''.

Venerdì prossimo, ha ricordato Del Torchio, l'assemblea dei soci è chiamata a dare ''l'approvazione del contratto con Etihad ancora in via di definizione''. Ma la presa di posizione di Poste rende la situazione più intricata. Il consiglio di amministrazione della società guidata da Francesco Caio intanto ha condiviso la logica industriale e di mercato dell'impostazione data nei giorni scorsi alla partecipazione all'operazione Alitalia-Etihad: un 'sì' condizionato, i cui paletti hanno fatto irritare le banche e gli altri azionisti, mettendo a rischio l'intera operazione. Per il ministro Lupi però Poste ci sta e si tratta solo di capire le modalità. "Mi sembra che Poste abbia risposto con una lettera che ci sta" poi "dovranno vedere tra i soci privati le modalità con cui questa disponibilità di procedere a un ulteriore aumento di capitale si possa tradurre", ha detto Lupi. "Non spetta al governo" decidere con quali modalità Poste debba intervenire nell'aumento di capitale di Alitalia, ha aggiunto.

Sono proprio le modalità indicate da Poste per partecipare all'equity commitment per coprire eventuali perdite e contenziosi ad aver irritato le banche e gli altri soci: in particolare l'ok ad investire i circa 40 milioni non nella old company ma nella newco. Su questo nodo è da giorni che sono in corso contatti continui, anche con il governo, per trovare un rimedio: ma arrivati a questo punto, vista la linea confermata oggi dal cda di Poste, e considerato che Etihad è difficile che ammorbidisca le proprie condizioni, si starebbe studiando una diversa interpretazione delle norme per rispondere ai requisiti posti dalla compagnia degli Emiratiß(la garanzia dei vecchi soci) pur senza i fondi di Poste. Ma al di là delle indiscrezioni i soci non confermano alcun mal di pancia: "io sto bene", risponde l'ad di Unicredit (12,99%) Federico Ghizzoni, precisando che le banche da parte loro hanno fatto, il loro compito è finito, "vedremo ora cosa succederà". Una verifica arriverà sicuramente venerdì in assemblea, quando i soci saranno chiamati a varare anche l'equity commitment.
   

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