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Whirlpool, 1350 esuberi dopo il 2018 confronto va avanti nuovo round mercoledì

Piano da 500 milioni e 1350 esuberi

Azienda e sindacati hanno accolto favorevolmente la proposta del Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi di avviare un confronto senza pregiudiziali sul piano industriale Whirlpool, incluso lo stabilimento di Carinaro. Lo riferisce una nota del Mise al termine dell'incontro. Il tavolo riprenderà quindi mercoledì prossimo e proseguirà il 5 e 8 maggio.

Alla riunione di oggi, spiega il Mise, oltre al Ministro Guidi hanno preso parte il sottosegretario al ministero del lavoro Teresa Bellanova e 130 rappresentanti delle istituzioni locali, dell'azienda, dei sindacati, di Confindustria e di Federmanager. Tra questi, il Presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, il Presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca, l'amministratore delegato di Whirlpool Davide Castiglioni ed esponenti della Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Ugl-Metalmeccanici e Uilm-Uil. 

Azienda presenta piano da 500 mln e 1350 esuberi  - Investimenti per 500 milioni in quattro anni ma anche 1350 esuberi, da fare dopo il 2018, e la chiusura di due stabilimenti e un centro ricerca. Sono questi i punti principali del piano industriale presentato oggi da Whirlpool al Mise. In una nota l'azienda spiega che "questo è il miglior piano per garantire un futuro sostenibile e una presenza in Italia duratura nel tempo" aggiungendo però di essere disponibile "ad esplorare tutte le soluzioni e gli strumenti per minimizzare l'impatto sociale del piano".

Whirlpool, spiega ancora la nota, ha confermato di essere disposta ad onorare l'impegno di non procedere a licenziamenti unilaterali sino alla fine del 2018, nel rispetto del Piano Italia Indesit 2013. Il piano identifica circa 400 nuovi esuberi identificati: dei 1.350 inclusi nel piano, infatti, 940 sono pre-esistenti all'acquisizione di Indesit da parte di Whirlpool. Inoltre una parte degli esuberi totali (circa 400) è ritenuta non strutturale, ciò significa che potranno essere gestibili con gli strumenti di flessibilità e potranno essere riassorbiti in un secondo momento. Nel dettaglio poi il piano prevede la chiusura dello stabilimento di Carinaro (Caserta), con 815 dipendenti per la bassa capacità utilizzata dagli stabilimenti in Italia e la necessità di specializzare ogni impianto su specifiche piattaforme di prodotto. Nel piano si prevede poi l'accorpamento dell'impianto di Albacina (AN) con quello di Melano (AN) a 8 chilometri di distanza, con la produzione che crescerà da circa 800.000 pezzi all'anno a oltre 2 milioni. Prevista anche la chiusura del centro ricerche di None (TO). Al contrario saranno rafforzati lo stabilimento di Siena dove saranno portate alcune produzioni estere e quello di Cassinetta di Biandronno (VA) con 2 milioni di unità prodotte annualmente tra forni, microonde e frigoriferi da incasso e la possibilità di incremento dei livelli occupazionali nel tempo in futuro. Sarà spostata in Italia anche la produzione di lavasciuga che passerà al sito di Comunanza (AP), insieme alla produzione delle lavatrici di alta gamma. Confermato anche lo stabilimento di Napoli che dà lavoro a 550 dipendenti. Queste operazioni dovrebbero portare ad un aumento complessivo sia dei volumi produttivi, sia dell'utilizzo della capacità utilizzata che passerà dal 55% a oltre il 70%. L'Italia diventerà poi il principale polo Europeo per la ricerca e sviluppo del gruppo con una spesa annua di circa 90 milioni di euro investita in R&S, corrispondente a più del 75% della spesa complessiva per l'area europea, con oltre il 50% del personale R&S basato in Italia.

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