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di Alessandra Magliaro
ANSA MagazineaMag #64
Il richiamo della terra

I nuovi mestieri in agricoltura

Tanti nuovi mestieri in agricoltura, +48% in tre anni

Marta Spera è una giovane imprenditrice di 23 anni che, dopo aver iniziato un percorso accademico alla facoltà di Giurisprudenza a Palermo, due anni fa è  tornata al suo paese Altofonte e ora produce formaggi spesso uniti con le erbe del territorio

Tornano mestieri scomparsi come il canestraio e il carbonaro ma soprattutto se ne inventano letteralmente di nuovi come il tutor dell'orto o l'agristilista. La terra tanto violata continua ad essere nonostante tutto fonte di sostentamento e di lavoro e l'attrazione per lei,  in un contesto che può essere durissimo, è enorme.

La crisi economica che ha spinto ad esplorare nuove strade alla ricerca di lavoro giustifica solo in parte il boom dei mestieri in agricoltura, +48% in tre anni, secondo i dati Coldiretti, perchè c'è piuttosto, dopo decenni di spopolamento delle campagne e industrializzazione urbana, una rinnovata consapevolezza del valore della terra, di quello che rappresenta in termini di stile di vita e di riappropriazione dei ritmi della natura.

E' insomma una scelta consapevole più che una costrizione per i tempi di crisi, una scelta che in tanti casi significa accettare di guadagnare meno, il 'giusto', ma in un contesto ricco di soddisfazioni e che mette in contatto con l'essenza stessa della vita. I rischi in questi nuovi mestieri sono alti ma in tanti hanno scelto questo percorso.

(Nella foto di copertina Domenico della cooperativa Nido di Seta in provincia di Catanzaro fotografato da Andrea Azzarito @A.Azzarito '14 associazione videofotografica L'Obiettivo di Tiriolo, Catanzaro)


Giulia che accoglie i bimbi nella Vecchia Fattoria, Cristina che organizza agrimatrimoni...

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Tante sono le storie per raccontare tutto questo nuovo mondo legato all'agricoltura. Questi che raccontiamo sono solo alcuni degli esempi possibili

   Domenico, Giovanna, Miriam sono tre giovani del catanzarese che hanno deciso di tornare nei luoghi d'origine dopo aver studiato al Nord e ripopolare con i bachi da seta un terreno meraviglioso completamente abbandonato da 10 anni. A Fa' la cosa giusta Umbria hanno raccontato il loro progetto, la Cooperativa Nido di Seta che alleva bachi da seta per una produzione di altissima qualità e di recupero storico visto che che in quella zona, San Floro (Cz) c'era un'antica tradizione serica e con i gelsi producono ottime marmellate. Inoltre hanno ideato weekend o settimane di 'viaggio nel mondo della seta' epr far conoscere tutta la lavorazione.

   Sara e Sanni invece con la terra propongono un'edilizia sostenibile, anche questa una nuova tendenza. Con la loro Terra e paglia costruiscono o rinnovano edifici utilizzando terra e paglia in tutte le possibili mescole. Si occupano di strutture in legno, murature, intonaci pavimenti, altorilievi in terra cruda tutto con materiali naturali e modalità artiginali. 

Giulia Lovato nella Vecchia Fattoria a San Pietro di Morubio Verona accoglie bambini da ogni parte d’Italia, spesso disabili o affetti da particolari patologie psico-fisiche. Il contatto con la natura e gli animali funziona come una terapia di recupero che, in questo caso, ha compiuto veri e propri miracoli. Bambini autistici e problematici hanno infatti ripreso a vivere normalmente, recuperando l’allegria e la gioia perduta. Sono sedicimila i bambini che ogni anno imparano i segreti della terra, allevano e curano gli animali, si divertono e crescono insieme in questo agriturismo didattico: venti ettari a disposizione per immergersi nella natura, alla riscoperta di quelli che erano i mestieri dei nonni e la saggezza di un tempo. 

''Il segreto del successo della mia azienda? L’innovazione, la passione per la vita agreste e l'amore per la natura”, dice Gabriele Conticini che ha appena trent’anni, è un giovane laureato in ingegneria elettronica che dopo un’esperienza lavorativa nel campo delle energie rinnovabili, ha deciso che era arrivato il momento giusto per investire nella sua più grande aspirazione quella di diventare imprenditore agricolo. È così che, tre anni fa con i suoi risparmi ha acquistato all’asta un Podere (Poggio Pereta) nei pressi di Bibbiena, a ridosso del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, voleva diventare allevatore di bovini di razza Chianina, ma a causa delle forti pendenze e dallo stato di abbandono dei campi non è stato possibile. Non si è arreso e  ha trovato il modo di reinventarsi in maniera innovativa, diventando prima apicoltore, poi coltivatore di zafferano e, successivamente, allevando suini allo stato brado. E da qualche tempo è diventato anche elicicoltore, ovvero allevatore di lumache da terra.

Alle porte di Roma a Via dei Casali di Porta Medaglia c'è La Nuova Arca, una cooperativa  sociale che in modo del tutto imprenditoriale realizza una agricoltura solidale con propone prodotti ortofrutticoli di qualità a un prezzo equo, realizzati con l’ impiego di persone in condizioni di difficoltà, offrendo loro un giusto salario e destinando gli utili al sostegno delle attività solidali. C'è una casa famiglia, La Tenda di Abramo, che aiuta nuclei in difficolta monogenitoriali, ma negli ettari dell'orto lavora ad esempio anche un giovane rifugiato civile. Si punta insomma, partendo dall’accoglienza del disagio alla piena promozione della persona e quest'estate, visto che la natura non si ferma mentre gli acquirenti (tutti collegati ai Gas) vanno in vacanza, ha sperimentato la cassetta bio sospesa ossia pagata ma donata in periodo di ferie a famiglie della zona in difficoltà.

E poi ancora, portati da Coldiretti a Expo tra i protagonisti di nuovi mestieri, l'agriestetista Moira Donati (Trentino Alto Adige) che con le erbe tipiche del territorio, dalla stella alpina all’arnica fino al genepy, realizza cosmetici naturali; l'agristilista Gloria Barona (Veneto), 26 anni, che fa abiti filati con ortica, canapa e soia; il canestraio Ivan Grifoni che a Pescia dalla Sardegna dove è nato ha recuperato il lavoro manuale del padre e realizza cesti che sono eterni, fatti con sarello, falasco e tifa, erbe palustri in pratica che lui stesso raccoglie; il carbonaio Federico Santi, un giovane di Borgo Pace (Pesaro Urbino) che ha deciso di  tornare a fare il lavoro del nonno, quello del carbonaio utilizzando il metodo tradizionale di una catasta di legna preparata secondo un’antica usanza.

L’azienda Apiflor, di Pescarolo ed Uniti, coltiva il lino, come proposta educativa fatta conoscere attraverso la fattoria didattica. In primavera c’è la semina (rigorosamente “tra lo sposo e la sposa”, tra le feste di San Giuseppe e della Madonna, spiega Esterina Mariotti) mentre il raccolto è tra fine maggio e inizio giugno. Ottenuto il fusto del lino, il lavoro prosegue con la macerazione. Presso l’azienda i bambini imparano a ottenere il lino (battendo il fusto della pianta, si rompe la guaina e all’intero del rametto si trova il filo di lino). L’azienda mostra come si arriva al filo grezzo, come lo si pettina, e come la matassa si lavora al filatoio. Il processo continuava un tempo negli antichi telai, oggi conservati presso il vicino Museo del Lino.

Cristina Scappaticci è un'imprenditrice agricola e agrituristica che ha trovato uno sviluppo della sua attività nell’organizzazione di “agrimatrimoni”. Il suo Agriturismo (Valle Reale ad Arpino, in provincia di Frosinone) propone una originale linea di bomboniere gastronomiche abbinata all'innovativo servizio di "wedding planner green", con soluzioni utili ed ecocompatibili per l'organizzazione del matrimonio. Si va dall'allestimento floreale in chiesa o al comune, al pranzo nuziale rigorosamente con menù a km zero, dal pic-nic organizzato nel verde attrezzato dell'azienda alla fattoria didattica per intrattenere i bambini durante l'evento, fino alle bomboniere confezionate con eccellenti prodotti enogastronomici del territorio ciociaro e rifinite con lo strame, pianta tipica delle colline ciociare.

E poi ancora l'agriscultore, il mestiere di Giovanni Romiti di Pistoia che insieme al figlio Luca trasforma la natura in scultura come arte topiaria insegna; il tutor dell'orto Daniele Taffon che guida con consigli agronomici dalla semina alla raccolta per ottimizzare gli spazi disponibili anche con idee creative; l'agritata Federica Pellegrino che in Piemonte ha deciso di accogliere nella sua azienda bambini dai 3 mesi ai 3 anni, seguendo un progetto pedagogico specifico che porta alla riscoperta della natura, della stagionalità e delle eccellenze dell’agricoltura italiana, offrendo un servizio di alta qualità per le famiglie, valorizzando gli aspetti della ruralità, con l’accoglienza dei bambini nel contesto dell’azienda agricola. L'agrierborista, come Salvatore Satanassi che a Quarto di Sarsina in provincia di Forlì-Cesena coltiva, raccoglie e trasforma piante medicinali per il benessere, la salute e la bellezza lavorando in armonia con le leggi della natura e lui stesso pianta alberi per bonificare il paesaggio e l'ambiente, ma anche per utilizzare le gemme dei loro frutti per ottenere molti macerati glicerici. C'è l'agribirraio Vito Pagnotta che si è affidato ai monaci trappisti del Belgio, noti mastri birrai, per riuscire a produrre la migliore birra che la terra campana avrebbe mai potuto partorire puntando sulla ricerca e sulla qualità, trasformando i propri cereali nella materia prima per la produzione artigianale della birra. Dalla pianta da frutto che più caratterizza il selvaggio e caldo paesaggio della Puglia, il fico d'India, Marcello Rossetti ha creato la prima linea di agrimobili, ossia complementi d’arredo interamente rivestiti dalla fibra di questo particolare frutto che viene estratta dalle pale ancora verdi, nel pieno rispetto dei cicli di vita della stessa, attraverso uno speciale procedimento meticoloso e in gran parte manuale, completamente ecologico senza l'utilizzo alcuno di prodotti inquinanti


Nuovi mestieri in agricoltura, i protagonisti

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113 mila aziende agricole multifunzionali, un vero boom

nuovi mestieri in agricoltura. Elicicoltura

Sono 113 mila le aziende agricole “multifunzionali” quelle cioè che svolgono attività connesse all'agricoltura, un vero boom. Si tratta di aziende, spesso piccolissime,  che aggiungono servizi o prodotti all’attività di coltivazione e allevamento 'classico' tanto che in soli tre anni sono aumentate di sei volte quelle che producono energie rinnovabili (+603 per cento), sono praticamente raddoppiate quelle che trasformano direttamente i loro prodotti (+97,8%), e un grande successo si registra anche per la vendita diretta e per iniziative impensabili solo pochi anni fa. Insomma un fermento incredibile trascinato da persone giovani e piene di idee, un elenco di nuovi mestieri da aggiornare ogni giorno:  dall'agribenessere alla moda, dalla tutela ambientale come gli agricustodi e il recupero degli scarti agli agrichef fino alle attività sociali come gli agriasilo o la pet-therapy. Un successo determinato anche dalla domanda dei cittadini che con questi 'nuovi agricoltori' hanno stabilito prima di tutto un patto di fiducia, cercando molto spesso quel contatto diretto, senza intermediazioni (pensiamo al fenomeno dei Farmer's Market o della raccolta diretta in azienda 'pick up your own py' , cosa che ha portato in Italia il primato del numero di aziende biologiche.

La bellezza e la salute sono tra i settori che più di altri hanno ispirato nuove esperienze nelle campagne con il boom dei cosmetici naturali, dalla stella alpina all’arnica, dal latte di asina all’extravergine, dalla vite al genepy anche da utilizzare per speciali sedute di agriwellness nelle farmbeauty, aziende agricole adattate allo scopo. Hanno fatto in questi ultimi anni il loro esordio anche gli agristilisti che puntano sull’utilizzo di filati con ortica, canapa e soia o coloranti anallergici estratti dalle piante. Sul fronte strettamente alimentare c'è il boom dei microbirrifici artigianali spesso collegati a giovani agricoltori, un settore già battezzato 'agribirra' e poi tutto il nuovissimo settore delle natural energy drink fatte riscoprendo antiche ricette, mettendosi a coltivare speciali microalghe o realizzando ricette particolarmente innovative come lo spritz al miele.

Tra i nuovi mestieri uno in particolare è in lenta ma costante crescita e potrà avere un grande futuro: l’agricoltura sociale che propone un nuovo modello di welfare perchè coinvolge in progetti imprenditoriali veri e propri soggetti della società vulnerabili. Ci sono aziende agricole che recuperano al lavoro persone con problemi di dipendenza (droga e alcool in particolare) , con disabilità fisica e psichica impegnate magari in ortoterapia e ippoterapia), persone emarginate (minori a rischio, disoccupati di lunga durata, madri in difficoltà). E' persino difficile, tanto è variegato e ricco il mondo della nuova agricoltura, censire figure professionali inedite e in continua evoluzione come i tutor dell’orto, le agritate per dare assistenza ai più piccoli in strutture dedicate come gli agriasilo e gli agrinido, i bioarchitetti e restauratori che utilizzano solo materiali agricoli come paglia e terra, persino gli agriscultori.

Accanto a queste novità c'è un filone parallelo di mestieri che rappresentano un recupero della sapienza agricola del passato il canestraio che raccoglie e lavora le erbe palustre in campi e fossi per realizzare pezzi unici o il carbonaio che produce in modo del tutto naturale il carbone secondo le antiche usanze e ancora la sfoglina che nel proprio agriturismo prepara o insegna a tirare la sfoglia come si faceva un tempo. Sono tornate anche le filandaie che allevano il baco da seta per ottenere pregiati tessuti mentre molto richiesta e tornata ad essere l’esperienza dell’agrierborista che coltiva, raccoglie e trasforma piante medicinali per il benessere