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Ucraina: Cremlino conferma, truppe vicine a confine

Filorussi: 'Deponiamo le armi se ci sarà un referendum'. Il premier Iatseniuk: su patto di Ginevra no a speranze 'illogiche'

Il portavoce del Cremlino ha riconosciuto stasera in un'intervista tv che alcune unità militari russe si trovano vicino al confine ucraino. "Noi abbiamo truppe in varie regioni russe, anche vicino al confine ucraino. Alcune vi sono basate, altre sono state inviate come rinforzo a causa della situazione in Ucraina", ha detto.

Gli insorti filorussi non hanno intenzione di lasciare gli edifici amministrativi che occupano nell'Ucraina orientale se prima non si dimette il governo "illegale" di Kiev. Lo ha detto uno dei portavoce dei pro-Mosca, Alexander Gnezdilov, in un'intervista alla Bbc. I separatisti della "repubblica di Donetsk" non si sentono vincolati dall'accordo di Ginevra perché "non è stato firmato da loro" e continuano a voler organizzare un referendum sull'autonomia.

Poi parole più possibiliste. Gli insorti filorussi dettano infatti alcune condizioni per deporre le armi e sgomberare gli edifici pubblici occupati nell'Ucraina dell'est. Il vice comandante della 'milizia popolare' della 'Repubblica di Donetsk', Serghiei Tsipliakov, ha detto in un'intervista alla testata Rbk che i suoi uomini sono disposti ad accordarsi con il governo di Kiev solo se sarà concesso il referendum per definire lo status delle regioni di Donetsk e Lugansk e chiedere la sovranità della zona e forse anche l'annessione alla Russia. Altre condizioni sono la liberazione di tutti i militanti arrestati e la demilitarizzazione del gruppo nazionalista armato 'Pravi Sektor'. "Nel caso in cui le autorità di Kiev rispetteranno l'accordo di Ginevra - ha detto Tsipliakov - allora anche noi lo faremo. Ma pensate davvero che 'Pravi Sektor' consegnerà le armi?" ha chiesto scettico.

La risposta non tarda. La portavoce dei servizi segreti di Kiev (Sbu), Marina Ostapenko, fa sapere: l'operazione militare contro gli insorti filorussi nell'Ucraina dell'est "prosegue". La cronaca sta insomma dando ragione al premier ucraino ad interim Arseni Iatseniuk, che intervenendo in Parlamento ha affermato di non riporre speranze "illogiche" sull'accordo di Ginevra firmato ieri da Ue, Usa, Russia e Ucraina per una de-escalation della crisi ucraina.

L'esercito ucraino ha d'altra parte eliminato un posto di blocco creato dagli insorti filorussi nei pressi del villaggio di Serghiivka, a 17 chilometri da Kramatorsk, nell'Ucraina orientale. Lo fanno sapere i media locali precisando che "diversi sostenitori della 'Repubblica popolare di Donetsk' sono rimasti feriti" nello scontro a fuoco, scoppiato ieri notte, e che l'obiettivo dei militari di Kiev, appartenenti a una brigata di paracadutisti, è probabilmente quello di liberare la strada per la città di Sloviansk.

Gli uomini dei servizi segreti ucraini hanno poi ripreso il controllo della stazione di trasmissione tv di Kramatorsk-Sloviansk, occupata ieri da armati filorussi che avevano bloccato i canali ucraini ripristinando la trasmissione nella zona delle tv russe oscurate. La stazione copre le città di Sloviansk, Kramatorsk, Gorlivksa e Makieievka. Nel mentre il comandante delle forze filorusse di 'Autodifesa' in Crimea, Mikhail Sheremet, è stato eletto vice premier dal parlamento crimeano con 79 voti su 81 deputati presenti (su un totale di 100).

Il governo ucraino ha comunque annunciato l'inizio di un dibattito per introdurre degli emendamenti alla costituzione che concedano maggiore autonomia alle regioni. Le discussioni dovrebbero durare fino al primo ottobre e coinvolgere i ministri, i dirigenti di diversi enti statali, le autorità regionali e quelle dell'amministrazione della capitale, esperti e rappresentanti di ong. A coordinare i lavori è stato chiamato il ministero dello Sviluppo regionale.

In tutto questo Oleksandr Ianukovich, uno dei figli del deposto presidente Viktor Ianukovich, è stato inserito nella lista dei ricercati del ministero dell'Interno ucraino, consultabile anche su internet. L'accusa è quella di "falso", che prevede una pena da due a cinque anni di reclusione. Oleksandr Ianukovich si era arricchito in maniera inverosimile dopo che il padre era diventato capo di Stato, arrivando a controllare aziende per almeno 130 milioni di dollari. Di lui si sarebbero perse le tracce il 23 febbraio.

La Russia non è la sola responsabile del rispetto degli accordi di Ginevra sull'Ucraina. "Bisogna sottolineare che la responsabilità è collettiva", ha ammonito il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, citato dai media russi, replicando a Usa e Ue. Peskov ha poi definito "inaccettabile" la minaccia reiterata di ulteriori sanzioni americane contro Mosca.

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