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Obama, basta donne pagate meno di uomini

"In America non possono esistere lavoratori di seconda classe"

A quattro giorni dalle elezioni di midterm Barack Obama gioca la carta delle donne, nella speranza di regalare ai democratici i voti di una parte dell'elettorato che ha contribuito non poco al suo trionfo nel 2008 e nel 2012. "Anche se siamo nel 2014, ci sono donne che guadagnano ancora meno degli uomini per fare lo stesso lavoro. E in questo Paese non ci possono essere cittadini e lavoratori di seconda classe", afferma il presidente degli Stati Uniti nel tradizionale messaggio del sabato rivolto alle famiglie americane. Ma già venerdì, partecipando a un evento elettorale a Rhode Island, sul palco si era circondato di calorose fan per lanciare al pubblico femminile il suo appello al voto. E scuotere quella parte di elettorato democratico solitamente restio a recarsi alle urne per le elezioni di metà mandato, in cui si rinnovano la Camera dei Rappresentanti e un terzo del Senato: non solo le donne, ma anche le minoranze etniche, da quella afroamericana a quella ispanica, passando per la comunità asiatica.

E' su questo zoccolo duro dell'elettorato obamiano che i democratici puntano in queste ultime ore di campagna elettorale, con un'azione di convincimento portata avanti 'porta a porta'. E puntando anche sulla figura del presidente, finora messa in ombra da una popolarità crollata ai minimi storici negli ultimi mesi. Ma tutti ricordano il miracolo che Obama riuscì a compiere soprattutto nel 2012, quando contro quasi tutti i pronostici fu riconfermato alla Casa Bianca. "Le donne rappresentano la metà della nostra forza lavoro e devono avere una paga equa e avere le stesse possibilità di successo sul lavoro", tuona il presidente, consapevole del fatto che le lavoratrici, a causa dell'ostruzionismo dei repubblicani in Congresso, sono tra quelle categorie che ancora non riescono a beneficiare della ripresa economica. Una ripresa che, rivendica Obama, era inimmaginabile fino a poco tempo fa, con gli Usa che adesso guidano la crescita mondiale.

"Abbiamo fatto tanta strada rispetto a sei anni fa. Negli ultimi 55 mesi - sottolinea - le nostre imprese hanno creato 10,3 milioni di posti di lavoro. E per la prima volta in sei anni l'occupazione è scesa sotto il 6%. E ancora, negli ultimi sei mesi la nostra economia è cresciuta al ritmo più veloce dal 2003". Ma non tutti gli americani ne traggono ancora vantaggio. "Le donne - è il monito del presidente - meritano di potersi mettere in aspettativa per prendersi cura dei figli, di un genitore malato, di prendersi giorni di malattia". "Le donne incinte - insiste - meritano di essere trattate in maniera equa. Ancora oggi possono essere licenziate perché si prendono troppe pause dal lavoro, o vengono costrette a prendersi aspettative non retribuite. Questo è sbagliato, e abbiamo il dovere di scegliere politiche che assicurino che le donne in attesa di un bambino vengano trattate con dignità e rispetto".

Ma non è tutto: "La maggior parte dei lavoratori a basso salario - ricorda Obama - sono donne, ma il Congresso in sette anni non ha voluto varare l'aumento del salario minimo a 10 dollari e 10 centesimi, un aumento di cui beneficerebbero 28 milioni di lavoratori, più della metà donne. Queste sono le politiche di buon senso che dovrebbero essere portate avanti". Difficile che ci riesca un Congresso in cui anche il Senato - come indicano gli ultimi sondaggi - finisca in mano repubblicana. Il Grand Old Party deve conquistare sei seggi, e ne ha il 70% delle possibilità. E' infatti ad un passo dallo strappare ai democratici quattro Stati (Arkansas, Montana, South Dakota e West Virginia). Basterà dunque vincere in almeno due degli Stati in bilico (Alaska, Colorado, Iowa, New Hampshire e North Carolina). I repubblicani devono però guardarsi le spalle in tre Stati in cui rischiano di perdere il seggio (Georgia, Kansas, Kentucky).

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