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Birmania, Aung San Suu Kyi presidente? Parlamento ne parla

Presentato emendamento costituzionale per modificare norma

Il Parlamento birmano esaminerà un possibile emendamento costituzionale che revocherebbe l'attuale divieto ad Aung San Suu Kyi di diventare presidente. Lo ha annunciato il portavoce del presidente Thein Sein al termine dell'incontro tra le principali forze politiche tenutosi oggi nella capitale Naypyidaw.

"C'è stato un accordo per discuterne in Parlamento, come prevede la legge", ha dichiarato alla stampa il portavoce presidenziale Ye Htut. Al momento l'articolo 59(f) della Carta preclude la più alta carica dello stato a chi è o è stato sposato con stranieri, o ha figli stranieri: esattamente il caso della leader dell'opposizione. Per qualsiasi modifica costituzionale è necessario il 75 per cento dei voti del Parlamento, nel quale alle influenti forze armate è assegnato il 25 per cento dei seggi, con un effettivo potere di veto. Le prossime elezioni sono previste entro la fine del 2015.

Raro incontro tra Suu Kyi e il presidente Thein Sein. Intanto la leader dell'opposizione birmana ha partecipato a un raro incontro tra le principali forze politiche nazionali, assieme al presidente Thein Sein e ai vertici dell'esercito, indetto per discutere delle elezioni legislative previste tra un anno e nelle quali il partito del premio Nobel per la pace parte da favorito. Nella capitale Naypyidaw, Suu Kyi è entrata nella sala del vertice assieme a Thein Sein sotto gli occhi dei giornalisti, senza rilasciare commenti. Poche ore prima, il presidente statunitense Barack Obama aveva espresso la sua soddisfazione per l'organizzazione dell'incontro, facendo appello allo svolgimento di elezioni "aperte e credibili".

A un anno dal voto, il dibattito politico in Birmania ruota attorno alla norma costituzionale che preclude a Suu Kyi - in quanto vedova di uno straniero e con figli stranieri - la possibilità di diventare presidente. Molti analisti hanno espresso il timore che, a lungo andare, l'apertura politica dell'ex dittatura alla sua principale oppositrice Suu Kyi si riveli più che altro un cinico calcolo per attirare investimenti stranieri, mantenendo in ogni caso le influenti forze armate - a cui la Costituzione garantisce il 25 per cento dei seggi in Parlamento - in un ruolo preponderante, anche nei gangli dell'economia.

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