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Mose, Galan da giudici venerdì. Sequestrata cartella clinica

L'ex ministro è nel carcere di Opera, alle porte di Milano

Giancarlo Galan, arrestato ieri nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Venezia sul Mose, verrà interrogato per rogatoria venerdì in mattinata nel carcere di Opera dal Gip di Milano Cristina Di Censo. Lo si è appreso in ambienti giudiziari. All'ex ministro ed ex Governatore del Veneto l'ordinanza di custodia cautelare in carcere con l'accusa di corruzione, emessa dal gip di Venezia Alberto Scaramuzza lo scorso 4 giugno, è stata notificata ieri sera nella sua casa a Cinto Euganeo (Padova), dopo il voto della Camera che ha detto sì all'arresto. Galan, attorno all'una della scorsa notte, è stato poi portato nel carcere milanese di Opera e trasferito in una cella singola nel centro clinico della struttura. Gli atti dell'esecuzione dell'ordinanza sono arrivati stamani al settimo piano del Palazzo di Giustizia milanese e sarà il gip di Milano Di Censo ad occuparsi dell'interrogatorio di garanzia per rogatoria, fissato per venerdì mattina, 25 luglio, nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Venezia sul Mose. Secondo l'accusa, in sostanza, Galan, per fare cassa in modo illecito e sfuggire ai controlli, sarebbe entrato attraverso prestanome nelle società che lavoravano all'interno del Consorzio Venezia Nuova, guidato da Giovanni Mazzacurati, incassando la percentuale sugli utili sui lavori per il Mose. Per un totale, sommato ad altre prebende, stimato, sempre secondo l'accusa, in cinque milioni di euro.

Legali chiedono scarcerazione a Tribunale riesame. Gli avvocati difensori di Giancarlo Galan hanno presentato oggi istanza di scarcerazione al Tribunale della libertà di Venezia. Il Riesame avrà una settimana di tempo per esprimersi. La richiesta di riesame - ha riferito l'avv. Antonio Franchini - è contro la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, e contempla quindi la domanda di remissione in libertà dell'indagato o, in subordine, la concessione degli arresti domiciliari.

Sequestrata la cartella clinica di Giancarlo Galan
all'ospedale di Este su disposizione della procura di Venezia. L'ex ministro e' stato dimesso ieri dopo 12 giorni di ricovero. I magistrati vogliono capire come mai dopo una prognosi iniziale di 45 giorni, Galan sia stato dimesso in tempi così rapidi, mentre la Camera votava il sì al suo arresto.

Medici ospedale Este, nessun mistero su dimissioni. Nessun mistero né alcuna dietrologia, secondo i medici dell'ospedale di Este, sulle dimissioni ieri di Giancarlo Galan. "Il paziente - spiega il direttore medico, Enrico Agnoletto - è stato dimesso ieri quando si è avuta conferma che il quadro degli esami e quello clinico si erano stabilizzati, e poteva andare a domicilio". "Il sequestro della cartella da parte della magistratura? Credo serva soprattutto per i medici della struttura carceraria che ora hanno in cura Galan" ha risposto Agnoletto.

Nordio: stato salute gli consentiva difendersi Camera. "Mentre si svolgeva il dibattito alla Camera sul rinvio del voto per la richiesta di carcerazione preventiva nei confronti di Giancarlo Galan, era già stata firmata dalla direzione sanitaria dell'ospedale dove l'onorevole era ricoverato una lettera di dimissioni, poi acquisita agli atti, dalla quale emerge una patologia perfettamente compatibile con un trasporto in Parlamento per difendersi". Lo ha detto a Radio Radicale il procuratore aggiunto di Venezia Carlo Nordio.

Il centro diagnostico terapeutico del carcere di Opera, dove vi sono una serie di 'camere di pernottamento' - questo è il termine tecnico - sia per ospitare un solo detenuto che per più detenuti, da quanto si è saputo è stato scelto in quanto in questo modo Galan può essere sottoposto a un monitoraggio sanitario permanente. All'ex ministro deve essere controllato il livello di glicemia ogni 4 ore, devono essere somministrate terapie per controllare le apnee notturne ed il diabete e deve rimanere con la gamba ingessata 'in scarico'. Il centro clinico di Opera, che è ben attrezzato (altri simili ci sono nelle carceri di Torino e Parma), è un presidio sanitario legato all'azienda ospedaliera San Paolo, dove invece anni fa è stato aperto un vero e proprio reparto di 'alta sicurezza' per il ricovero dei carcerati e dove per esempio ora si trova Bernardo Provenzano. Il carcere di Opera è, da un lato, un carcere di massima sicurezza, nel quale sono detenuti anche molti presunti boss di mafia e 'ndrangheta, e dall'altro è un carcere 'modello' anche per le attività lavorative che si svolgono al suo interno (alcuni ergastolani lavorano nei laboratori presenti nel penitenziario). Ad Opera sono detenuti, di solito, anche soggetti che hanno commesso i cosiddetti reati da 'colletti bianchi'. Ha ospitato l'ex manager dei vip Lele Mora, quando fu arrestato per la bancarotta della sua Lm Management. E sempre nel carcere a sud di Milano sono detenuti i presunti organizzatori della cosiddetta 'cupola degli appalti', tra cui Primo Greganti e Gianstefano Frigerio, arrestati lo scorso 8 maggio nell'inchiesta milanese con al centro anche lavori dell'Expo.

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