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Legge di stabilità: salta Iva giornali 4%, protesta Fieg

'Disappunto per mancata estensione, intervenire subito'

Non passa l'estensione dell'Iva agevolata alle copie digitali dei giornali e ai servizi delle agenzie di stampa, sulla linea di quanto stabilito per gli ebook. Nell'ultima versione della legge di stabilità, approvata nella notte al Senato e ora in arrivo alla Camera, non c'è traccia dalla misura richiesta a gran voce dagli editori per tentare di porre un freno all'erosione dei ricavi del settore, dando vigore alle vendite online che sono in crescita, ma non ancora in grado di bilanciare la caduta dei prodotti tradizionali. "Bene hanno fatto Governo e Parlamento - afferma la Federazione italiana editori giornali - a prevedere nella Legge di stabilità l'Iva al 4% per gli ebook, sulla base della considerazione che un libro è sempre un libro, sia esso di carta o digitale. Non si capisce perché la stessa misura non sia stata prevista, nonostante le ripetute richieste, anche per i giornali, che sono tali, come i libri, a prescindere dal supporto".

La Fieg aggiunge che "l'abbassamento dell'aliquota fiscale non sarebbe stata un'agevolazione a favore degli editori, ma a favore dei lettori-consumatori e sarebbe andata quindi nella direzione dello sviluppo del settore digitale che gli editori stanno perseguendo con ingenti investimenti". Oltre al "disappunto per l'occasione mancata", gli editori esprimono l'auspicio che "Governo e Parlamento, in tempi brevi, prevedano anche per le copie digitali dei giornali e per i servizi delle agenzie di stampa l'aliquota Iva del 4%, per superare il discriminatorio trattamento fiscale tra carta e digitale".

La battaglia si unisce a quelle che la Fieg da tempo porta avanti per il riconoscimento da parte dei colossi del web, a partire a Google, del diritto d'autore sui contenuti pubblicati da quotidiani, settimanali e agenzie, oltre che al pagamento delle tasse nei singoli paesi in cui operano.

Via libera invece nella legge di stabilità all'Iva agevolata per gli ebook, che passa dal 22% al 4%, come per i libri cartacei. Ora la battaglia si sposta in Europa, dove non mancano resistenze all'approvazione di un'analoga misura. "Sarà necessario proseguire con altrettanta determinazione per raggiungere un significativo traguardo culturale", afferma la deputata del Pd, Flavia Nardelli Piccoli. "Si tratterà di convincere l'Europa della evidenza: un libro è un libro, a prescindere dal supporto che lo veicola", le fa eco il collega di Forza Italia, Antonio Palmieri.

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