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Giustizia, Renzi contro i magistrati: 'Italia patria del diritto non delle ferie'. Anm: Problema sono promesse mancate

Presidente del Consiglio: 'Basta strapotere delle correnti. Sono più forti che nei partiti'

Duro scontro - con qualche colpo sotto la cintura - tra il presidente del Consiglio Matteo Renzi e l'Associazione Nazionale Magistrati. Per il premier, infatti, l'inaugurazione dell'anno giudiziario ha dato il destro ad alcuni giudici di criticare il governo. "Basta allo strapotere delle correnti", ha tuonato Renzi. Che poi è tornato sull'annosa polemica sulla sforbiciata alle ferie dei magistrati. "L'Italia per prima cosa è la patria del diritto, merita un sistema migliore". Ma l'Anm non ci sta e attacca: "Il problema non sono i magistrati ma le promesse mancate".

Per capirci qualcosa bisogna riavvolgere il nastro. Sabato, a Torino, il procuratore generale presso la corte d'Appello, Marcello Maddalena, ha accusato il premier di volersi ispirare "al personaggio di Napoleone della Fattoria degli animali di orwelliana memoria" e "far lavorare gli altri fino a farli crepare dalla fatica, come il cavallo Gondrano". Insomma, a Maddalena non è andato giù il fatto che come prima cosa il governo abbia non solo "brutalmente e malamente ridotto le ferie dei magistrati", ma che la misura sia stata accompagnata "alla gogna del decreto legge sotto l'accusa, anzi l'implicita condanna, di scansafatiche". Quando invece i magistrati italiani sarebbero fra "i più produttivi d'Europa". L'intervento del procuratore generale non è però piaciuto al premier, che ha definito "ridicole" le "contestazioni".

"Non vogliamo far 'crepare di lavoro' nessuno, ma vogliamo un sistema della giustizia più veloce e più semplice. E, polemiche o non polemiche, passo dopo passo, ci arriveremo", ha scritto Renzi su Facebook, sottolineando di non aver paura "di vendette" da parte delle toghe per le sue sferzanti parole. L'Anm a questo punto ha ribattuto a tono, rimproverando al governo "la timidezza in materia di prescrizione e corruzione" nonché "la proposta, alla vigilia di Natale, di depenalizzare l'evasione fiscale fino al 3%". "Se Renzi vuole un sistema più veloce e più semplice - prosegue - blocchi la prescrizione almeno dopo la sentenza di primo grado, introduca sconti di pena ai corrotti che collaborano con la giustizia, estenda alla corruzione gli strumenti della lotta alla mafia e trovi le risorse per coprire le oltre 8.000 scoperture nell'organico del personale amministrativo". L'Anm ha quindi chiuso riaffermando "il valore delle diverse sensibilità dell'associazionismo". Cioè delle correnti. Critiche "ingenerose" per il ministro della Giustizia, Andrea Orlando.

A intervenire - via Twitter - nel botta e risposta è stata anche Anna Canepa, segretario generale di Magistratura Democratica: "Pg Maddalena su ferie...assist facile e goal!". Poi però al premier ha chiesto "a che punto siamo con riforma della prescrizione?", allegando il tweet con cui, lo scorso 20 novembre, il presidente del Consiglio annunciava misure imminenti in materia. I magistrati, dunque, tengono il punto e respingono al mittente le critiche. Ma la diatriba solletica la penna di diversi esponenti del centrodestra (in particolare Forza Italia), che al terzo potere dello Stato rimproverano l'eccessivo protagonismo. "Il nostro Paese non merita lo scontro ideologico che l'Anm sta mettendo in campo", nota Manuela Repetti di Fi.

"Prendiamo atto - gli fa eco Fabrizio Cicchitto di Ncd - che l'Anm ancora una volta interviene come se fosse un partito politico". La replica del governo arriva attraverso il responsabile di via Arenula, Orlando, che dopo aver bollato come "ingenerose" le critiche, aggiunge: "Dispiace che l'Anm non colga il passaggio solenne dell'inaugurazione dell'anno giudiziario per recuperare obiettività". Mentre per il Pd, parla il responsabile giustizia, Davide Ermini: "Dalla Anm si fa polemica politica gratuita che poco ha a che vedere con l'impegno reciproco tra istituzioni per risolvere i problemi della giustizia. Rimane quindi un fondo di amarezza per l'ennesima occasione perduta per confrontarsi sui problemi reali evitando scivolate corporative".

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