ROMa - Tra il 2010 e il 2040 la domanda mondiale di energia salirà del 35%, spinta soprattutto dalla nuova classe media che sta emergendo in paesi come Cina e India, mentre i paesi industrializzati dell'Ocse vedranno per la prima volta ridursi del 7% i consumi energetici, nonostante l'economia in crescita. L'incremento globale sarebbe addirittura del 140% se in questi 25 anni non continuasse a migliorare significativamente l'efficienza energetica. Sono alcune delle previsioni contenute nell'Energy Outlook di ExxonMobil. La classe media, entro il 2030, dovrebbe crescere da 1,9 a 4,7 miliardi di persone a livello globale e, in particolare, in Cina e India; nel 2040 il Pil pro-capite sarà rispettivamente di quattro e tre volte superiore a quello del 2010. Questa nuova capacità di spesa farà salire gli standard di vita e si ripercuoterà sui consumi: ed esempio il parco circolante passerà da 825 milioni di auto del 2010 a 1,7 miliardi nel 2040 e il 40% di questa crescita sarà concentrato in Cina dove nel 50% dei casi si tratterà dell'acquisto della prima auto. L'85% di questa crescita avverrà nei paesi non-Ocse e, nel 2040, i veicoli ibridi rappresenteranno il 33% del parco circolante. La diffusione delle auto, insieme all'incremento mondiale del traffico merci, farà aumentare i consumi per il settore dei trasporti del 40%. Un altro fenomeno che caratterizzerà i prossimi anni sarà quello del forte incremento della domanda di elettricità che salirà dell'85% anche in virtù del fatto che, da qui al 2030, 1,7 miliardi di persone avranno finalmente accesso all'elettricità. Nel 2040 il petrolio sarà ancora la prima fonte energetica del mondo, seguita dal gas naturale e dal carbone. La domanda di petrolio, spinto soprattutto dai consumi per il trasporto merci e da quelli dell'industria chimica, tra il 2010 e il 2040 salirà del 30% e quella di gas del 65%, grazie soprattutto dalle ridotte emissioni. Gas e petrolio sono anche i settori in cui la tecnologia ha fatto i passi maggiori e permetterà di sfruttare risorse fino ad ora inutilizzabili, come i pozzi in acque profonde, le sabbie bituminose e le riserve nelle rocce di scisto. Tra il 2010 e il 2030, le emissioni mondiali di CO2 correlate all'energia saliranno a livello globale di circa il 25%, per poi scendere del 5% tra il 2030 e il 2040. Nel dettaglio tra il 2010 e il 2040 i paesi Ocse vedranno un calo di circa il 20% mentre gli altri registreranno un incremento di circa il 50%.
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