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Ecco Softhand la prima mano robotica made in Italy

Da Inail con Iit. Poletti, grande traguardo di eccellenza

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ROMA - "Questo nuovo tipo di tecnologia mi ha fatto cominciare a pensare in modo diverso, non più con una sola mano ma con due". Con queste parole Marco Zambelli, il primo paziente ad aver sperimentato la nuova mano robotica tutta made in Italy, ha mostrato come il dispositivo gli abbia permesso di tornare a svolgere con più facilità i gesti di tutti i giorni: apparecchiare la tavola, spalmare la marmellata su una fetta biscottata, aprire una bottiglia d'acqua.

La Softhand, robusta e leggera, sarà disponibile entro il 2017. L'Inail e l'Iit (Istituto Italiano di Tecnologia) hanno infatti completato il primo prototipo di mano artificiale, illustrandolo a Roma alla presenza del ministro della Salute Beatrice Lorenzin e del Lavoro Giuliano Poletti. Softhand, questo il nome della protesi di nuova generazione, sarà disponibile entro il 2017, quando verrà conclusa la fase di sviluppo preclinico con i pazienti del Centro Protesi Inail di Vigorso di Budrio in provincia di Bologna.

Il ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti, parlando dell'ultima progettualità realizzata dal centro di Vigorso insieme ad IIT, ha detto: "è un grande traguardo del made in Italy, che riassume in sé le tante eccellenze che ci sono nel nostro Paese. È un progetto pensato per una grande applicabilità diffusa, un grande risultato. Come Ministero del Lavoro siamo molto interessati a questa azione e a quanto sta facendo l'Inail che, invece di limitarsi a fare soltanto l'ente assicuratore, è impegnato anche nel campo della prevenzione e della riabilitazione".

La nuova mano artificiale è stata costruita anche grazie al contributo della tecnologia di stampa 3D e consente il recupero della funzionalità complessiva ai pazienti amputati di arto superiore che ogni anno in Italia sono circa 3600 (di cui più dell'80% alla mano o alle dita). Softhand è robusta e leggera (pesa meno di mezzo chilo), costruita in materiale plastico con alcune componenti metalliche.

Il progetto completamente "made in Italy", vede la luce dopo circa un anno dalla sigla dell'accordo Inail-Iit, per lo sviluppo di nuovi dispositivi protesici e riabilitativi avanzati, con investimenti congiunti complessivi che arrivano a 11,5 milioni di euro.

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