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Fernando Ciampi

Fernando Ciampi

Si era occupato del fallimento Magenta. Amava l'orto e i libri, ucciso da Claudio Giardiello al Tribunale di Milano

MILANO, 09 aprile 2015, 22:37

Francesca Brunati

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FERNANDO CIAMPI - RIPRODUZIONE RISERVATA

FERNANDO CIAMPI - RIPRODUZIONE RISERVATA
FERNANDO CIAMPI - RIPRODUZIONE RISERVATA

Fernando Ciampi, il giudice ucciso oggi nella sparatoria al Tribunale di Milano, ha svolto la sua carriera di magistrato sempre nel palazzo di giustizia Milanese.

    Nato a Fontana Rosa, in provincia di Avellino il 18 giugno del 1943, era prossimo alla pensione.

    Già a cavallo tra gli anni '70 e '80 era giudice delegato alla sezione fallimentare. In quel periodo, tra l'altro, fu tra i fondatori della rivista 'Il fallimento'. Poi, per lunghi anni è stato all'ottava sezione civile del Tribunale, quella che si occupa di diritto societario, prima come giudice e poi come presidente. Dal 19 giugno al 30 settembre 2009 ha guidato ad interim la sezione fallimentare del Tribunale di Milano che stava attraversando un periodo delicato: era nel pieno dello scandalo che aveva coinvolto il giudice fallimentare Maria Rosaria Grossi, finita sotto accusa dalla procura di Brescia per testata concussione e abuso d'ufficio. Ciampi aveva sostituito lo storico presidente Bartolomeo Quatraro, con il quale, si racconta, non correva buon sangue, e aveva retto l'ufficio fino alla nomina di Filippo Lamanna.

    Autore di numerosi testi sul diritto societario e fallimentare, da un paio di anni era passato alla sezione specializzata in materia di impresa per occuparsi di marchi, brevetti, concorrenza sleale e diritto d'autore.

    Conosciuto da tutti per il suo rigore, la sua integrità e la sua notevole competenza, era noto anche per la durezza con cui gestiva le udienze al punto essere stato a volte criticato dai professionisti con cui ha avuto a che fare. Professionisti che comunque hanno sempre riconosciuto la sua grande professionalità. Qualcuno, oggi, l'ha definito un 'giudice anglosassone' ricordando il modo con cui scriveva i suoi provvedimenti: concentrava la sua decisione in poche pagine o addirittura righe in stile asciutto ma sempre "pregnante" in quanto aveva la capacità di andare al cuore della questione.

    Definito una persona "eclettica", Ciampi, oltre al lavoro che faceva con scrupolo, aveva anche altre due passioni: amava coltivare il suo orto e leggere libri di letteratura straniera, in tedesco e in inglese, lingue che conosceva alla perfezione. Per essersi occupato di una causa legata al fallimento della Immobiliare Magenta, è stato ucciso con due colpi di pistola da Claudio Giardiello. 

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