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Scuola: prepararsi all'esame? Le fasi di studio disperato

Scuola: prepararsi all'esame? Le fasi di studio disperato

I diversi stati d'animo che gli studenti affrontano via via che si avvicina la data secondo Skuola.net

26 novembre 2015, 20:31

Redazione ANSA

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Come ogni esperienza traumatica a lungo svolgimento, anche l'approccio all'esame si sviluppa in fasi: vorresti essere stato diligente e attento, così come ti eri proposto di fare. Come al solito, però, i buoni propositi si devono scontrare con la realtà e tu arrivi al limite del tempo x (nel nostro esempio, un mese) con ancora i buoni propositi ma senza organizzazione. Skuola.net sintetizza gli stati d'animo dergli studenti che devono affrontare la prova dell'esame.

Manca un mese alla sessione di esami. E tu ti senti potente: ti mancano quattro esami per essere in pari, e la cosa più logica che ti viene in mente di fare è cominciare a leggere per darli tutti: non importa se il carico di lavoro per esame è di 1000 pagine, 742 ore di laboratorio e plichi infiniti di appunti universitari. Se dici che ce la farai, tu ce la farai. Inizi a studiare di giorno, di notte, imposti un timer per cambiare materia ogni due ore. Ti convinci che questo metodo di studio sia più funzionale: sicuramente mantiene la soglia dell'attenzione più alta. O forse sono stati quei venticinque caffè che hai bevuto a colazione? Gli occhi allucinati e la tua scarsa igiene ti rendono inavvicinabile alla società, ma nella tua visione distorta del mondo anche questo isolamento forzato serve per studiare meglio.

E invece no, arrivi a metà mese e l'idea di aver esagerato un po' fa capolino tra i tuoi pensieri. Forse sono i repentini attacchi di tremore e ipertensione, forse il fatto che i tuoi coinquilini iniziano a palesare un certo timore nei tuoi confronti. Sta di fatto che adesso sai di dover scegliere di portare avanti solo alcuni esami. Il problema è: quali? Inizi a contare le pagine, anche una riga in meno di programma fatto può fare la differenza. Il calcolo è meticoloso, logico, non lascia spazio a sentimenti ed emozioni: freddamente, decidi quale esame debba essere fatto e come sviluppare il tuo studio facendo riferimento a tutte le formule matematiche che la tua mente riesce a richiamare. Ovviamente calcolare e computare sono attività che richiedono tempo: una giornata se non due vengono trascorse nella programmazione.

Sono passati altri tre giorni, e la data dell'esame è ancora più vicina. Le iniziali sensazioni di potenza e vittoria, sostituite poi dal logico e freddo calcolo, lasciano spazio ad una fitta e grama disperazione: l'ansia non ti permette di dormire, di mangiare, la tua vita viene scandita da picchi di panico più o meno alti mentre cerchi di ovviare al male di vivere dovuto alle dispense di diritto penale. Trovi che la doccia sia il luogo ideale dove trovare la tua catarsi, e l'azione più spontanea non appena l'acqua inizia a scorrere è piangere ascoltando Adele per non pensare al fatto che sei indietro con il programma. L'idea di lasciarsi con il fidanzato ti pare più gradevole della tua programmazione di vita da studente sotto esame.

Decidi di asciugarti le lacrime e lasciare Adele nell'archivio più remoto del tuo hardware. Ragioni sul fatto di aver perso ancora due giorni piangendo nella doccia e realizzi che no, non è stato il modo più efficiente per ottimizzare il tuo tempo. Disperarsi non serve a niente: tanto vale occupare un angolino del divano e dondolare sul bacino ripetendoti che non ce la farai mai. 

Tra un dondolio e l'altro trovi la forza di fare lo sprint finale. Mancano ancora una decina di giorni, puoi farcela. Studi forsennatamente cercando di rimediare ai giorni passati a piangerti addosso sotto la doccia. Scrivi sui social citazioni incoraggianti tipo “volli, volli, fortissimamente volli” cercando il conforto di cui hai bisogno nei likes. Posti una serie di foto scaramantiche del libro in svariate posizioni su Instagram con annesse frasi ironiche per esorcizzare il terrore di non star facendo abbastanza. Togli app dallo smartphone, silenzi ad interim i gruppi su WhatsApp. Fai tutto quello che rientra nelle tue facoltà per ottenere la sapienza, compreso comprare integratori miracolosi che promettono di renderti più intelligente e guardare video di training autogeno su Youtube per indurti a studiare di più.

Ti devi arrendere alla realtà: i tuoi tentativi di redenzione non sono valsi a molto. È l'ora di riprendere posto sul divano, raccattare la copertina marrone, e ricominciare a dondolare come solo uno studente scoraggiato sa fare.

Notte prima dell'esame, notte di devozione a tutte le divinità possibili per passare l'esame. “Oh, grande Kevin Bacon, fammi passare l'esame!” oppure fai riferimento al sempiterno karma: in fondo, nel '96 hai dato i soldini a scuola per l'adozione a distanza, a qualcosa dovrà pur valere no? Poi non hai mai fatto nulla di male, l'equilibrio cosmico ti aiuterà domani...

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