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Calcioscommesse: chiesto processo a Antonio Conte e altri 103

Calcioscommesse: chiesto processo a Antonio Conte e altri 103

Ct della nazionale accusato di frode sportiva in relazione solo alla partita AlbinoLeffe-Siena. Pm: "Violò gli obblighi dell'allenatore". Chiesto giudizio anche per Colantuono

07 luglio 2015, 21:30

Redazione ANSA

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Antonio Conte - RIPRODUZIONE RISERVATA

Antonio Conte - RIPRODUZIONE RISERVATA
Antonio Conte - RIPRODUZIONE RISERVATA

La Procura di Cremona ha chiesto il rinvio a giudizio per 104 indagati nell'inchiesta sul Calcioscommesse. Tra questi anche il ct della Nazionale Antonio Conte con l'accusa di frode sportiva in relazione solo alla partita AlbinoLeffe-Siena. Per quanto riguarda Novara-Siena il procuratore Roberto di Martino ha chiesto l'archiviazione, cosi' come per l'originaria accusa di associazione a delinquere. Accusa che rimane per Cristiano Doni, Beppe Signori ed altri. Per altri dieci indagati, per lo più stranieri, la richiesta di rinvio a giudizio interverrà tra alcuni giorni. 

Il procuratore di Cremona Roberto di Martino ha chiesto il rinvio a giudizio con l'accusa di frode sportiva per l'ex tecnico dell'Atalanta Stefano Colantuono nell'ambito dell'inchiesta sul Calcioscommesse. Al tecnico è contestata la presunta combine di Crotone-Atalanta del 2012. Tra i destinatari della richiesta di rinvio a giudizio anche l'ex capitano della Lazio Stefano Mauri che fu anche arrestato nell'ambito dell'inchiesta. In particolare, le accuse nei confronti di Mauri si sono aggravate in seguito alla costituzione del macedone Christian Ilievski, che aveva parlato diffusamente dei rapporti col calciatore.

Nella richiesta di rinvio a giudizio del ct della nazionale, Antonio Conte, si fa riferimento a degli accordi sottoscritti tra allenatori Federcalcio in cui è previsto che l'allenatore debba "salvaguardare la condotta morale dei calciatori". Obbligo dell'allenatore è anche quello di sorvegliare affinchè i calciatori mantengano "una condotta consona ai principi di lealtà e probità". La partita contestata nella richiesta di rinvio a giudizio è Albino Leffe-Siena, mentre è stata chiesta l'archiviazione per l'incontro Novara-Siena.  Sono circa 60 le partite di Serie A, B e Lega Pro contestate nella richiesta di rinvio a giudizio del procuratore di Cremona, Roberto di Martino, nei confronti dei 104 imputati per il Calcioscommesse. Le partite erano in origine circa 200 ma in alcuni casi non si sono raggiunti sufficienti indizi per arrivare a un dibattimento mentre otto sono risultate prescritte.

'Amarezza' Conte, ma avanti da ct - Dando per scontato che la richiesta di rinvio a giudizio nell'inchiesta sul Calcioscommesse sia l'anticamera del processo, l'obiettivo di Antonio Conte resta fare tutto ciò che è in suo potere perché si arrivi ad un giudizio prima dell'inizio degli Europei del giugno 2016, che il tecnico salentino non intende affrontare sotto la spada di Damocle di un'accusa che reputa infamante. E' questa la condizione che Conte ha posto fin dall'inizio della sua vicenda giudiziaria per non rassegnare le dimissioni da Commissario tecnico della Nazionale. Intanto, dalle Isole Tremiti dove si trova in vacanza, lascia trapelare l' "amarezza" per una richiesta che, pur se limitata alla frode sportiva (è caduta l'accusa di associazione a delinquere), continuerà ad impedirgli di concentrarsi sul suo lavoro in piena serenità. Perché il Ct, relativamente sereno e certo non sorpreso dalla richiesta di Di Martino, è determinato a proseguire il cammino alla guida degli Azzurri, così come aveva confermato nelle ultime uscite pubbliche, smentendo la tentazione di farsi da parte. Ma chiarendo, al tempo stesso, di ritenere un problema l'eventuale protrarsi dell'iter processuale in concomitanza con il torneo continentale della prossima estate in Francia. "Non ho avuto modo di sentire Conte, ma per noi non cambia nulla, ce l'aspettavamo" ha commentato il presidente della Federcalcio, Carlo Tavecchio. Che nei giorni scorsi, ribadendo la fiducia nel Ct, aveva anticipato: "Il rinvio a giudizio non sarebbe una condanna".

Legale: 'nome Colantuono non compare mai' - "Ci sorprende molto questa richiesta di rinvio a giudizio perché agli atti non esiste alcun elemento sul quale si possa fondare un'accusa nei confronti di Colantuono". Lo dichiara l'avvocato Marco De Luca, legale del tecnico dell'Udinese, commentando la presenza di Stefano Colantuono tra gli indagati nell'ambito dell'inchiesta sul calcioscommesse per cui la Procura di Cremona ha avanzato richiesta di rinvio a giudizio. "L'unico elemento che la Procura ha saputo indicare è un SMS su cui compare solo la sigla 'Mr', senza alcuna specificazione e rispetto al quale all'esito delle indagini non risulta nessuna spiegazione. Lo stesso Cristiano Doni, autore della comunicazione, non ha saputo in proposito dire alcunché. Quel che è assolutamente certo è che il nome di Stefano Colantuono non appare mai né direttamente né indirettamente - precisa ancora l'avvocato De Luca - Vista la determinazione del PM, chiederemo al Gup, quanto prima, la possibilità di essere giudicati già in udienza preliminare attraverso il rito abbreviato, nella certezza più assoluta che a Stefano Colantuono non è attribuibile alcun elemento di responsabilità".

Le accuse ai big dell'inchiesta  - Associazione a delinquere e frode sportiva. Sono queste le accuse contestate, a vario titolo ai primi 104 imputati per i quali il procuratore di Cremona, Roberto di Martino, ha chiesto il rinvio a giudizio, dopo oltre quattro anni di indagini che hanno sconvolto il mondo del calcio. Tra loro calciatori, allenatori ma anche dirigenti. Nomi di spicco come, tra gli altri, Antonio Conte, Stefano Colantuono, Stefano Mauri e Beppe Signori.

- CONTE: caduta l'iniziale accusa di associazione a delinquere e quelle in relazione a Novara-Siena rimane la presunta frode sportiva per Albinoleffe-Siena del 29 maggio del 2011: "Alcuni giorni prima della partita di ritorno, quando all'ultima giornata di campionato di serie B il Siena - è scritto nel capo d'imputazione - aveva già conquistato la promozione in serie A, laddove all'Albinoleffe occorrevano punti per accedere ai "play off", aveva luogo una riunione tecnica alla quale erano presenti l'allenatore Conte Antonio, il vice allenatore Alessio Angelo, il collaboratore tecnico Stellini e l'intera squadra del Siena, in occasione della quale, anche a seguito del 'benestare' di Conte, veniva presa la decisione definitiva di lasciare la vittoria all'Albinoleffe, nell'ambito di un contesto in cui si teneva conto anche del risultato della partita d'andata, vinta dal Siena".

- COLANTUONO: con l'ex atalantino Cristiano Doni avrebbe condizionato Crotone-Atalanta del 22 aprile del 2011, in modo da conseguire il risultato finale di "over 2,5", conforme alle scommesse predisposte". "Doni, unitamente all'allenatore Colantuono e a Santoni Nicola concordava con il Crotone, squadra nella quale poteva contare sul portiere, poi nello specifico riserva, Emanuele Concetti, un over con pareggio, di comune utilita' per le due squadre, che puntualmente si verificava con il risultato di 2-2".

- MAURI: il laziale, che fu anche arrestato, secondo le indagini era in contatto con il gruppo degli scommettitori degli 'Zingari' e a lui si imputa la presunta combine di Lazio-Genoa del maggio 2011. Lo zingaro Hrisyian Ilievski gli avrebbe dato 60 mila euro. All'ex capitano nerazzurro è imputato di aver manifestato "la sua costante disponibilità, a favore del gruppo degli "zingari", ad alterare in cambio di denaro il naturale risultato di partite della Lazio nell'ambito del campionato 2010-2011, favorendone la vittoria anche ai fini di una migliore posizione in classifica e per poter far accedere la squadra alle massime competizioni europee.

- SIGNORI (che nelle intercettazioni era chiamato "il bollito") capeggiava quello del Bolognesi, a cui era legato anche uno dei Mister X dell'inchiesta - uno dei personaggi la cui identità sarebbe emersa solo in un secondo tempo, che secondo qualche giocatore dirigeva il traffico delle scommesse dall'Una Tocq hotel di Milano. Si tratta di Francesco Bazzani che si avvaleva di molte conoscenze nel mondo del calcio, tanto da risultare "ampiamente introdotto nell'ambiente del Modena, assiduo frequentatore della tribuna e degli ambienti riservati ai calciatori ed agli addetti ai lavori" ma, anche del Brescia, del Milan e della Lazio.

Da Mauri a Conte, le sentenze dello sport  - L'omessa denuncia per Antonio Conte, stessa imputazione per Stefano Mauri: la giustizia sportiva ha gia' punito i protagonisti del calcioscommesse, di quella stessa inchiesta di Cremona che oggi ha chiesto il rinvio a giudizio per 104 indagati, tra cui il ct della nazionale, il giocatore della Lazio, e l'attuale tecnico dell'Udinese, Colantuono. Conte, a cui il pm ha contestato la frode sportiva, era stato squalificato 10 mesi (poi ridotti a 4), mentre il laziale e' stato fermato per nove (squalifica scontata a sei).

- ANTONIO CONTE: squalificato dalla Figc per 10 mesi, quando era tecnico della Juventus, per omessa denuncia nell'ambito del procedimento sul calcioscommesse. L'allenatore e' stato prosciolto per Novara-Siena, ma e' stata confermata anche dalla Corte di Giustizia federale l'accusa per Albinoleffe-Siena. La squalifica di Conte e' stata poi ridotta a quattro mesi dal Tribunale Nazionale d'Arbitrato e l'allora tecnico della Juve torna ad allenare l'8 dicembre 2012

- STEFANO MAURI: squalificato per 9 mesi per doppia omessa denuncia nelle presunte combine di Lazio-Genoa e Lecce-Lazio del maggio 2011. Pena ridotta poi a 6 mesi dal Tribunale nazionale di arbitrato per lo sport. Nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Cremona sul calcioscommesse Mauri era stato arrestato e poi scarcerato dopo una settimana passando ai domiciliari. Mauri torna a giocare a febbraio 2014 in tempo per il derby contro la Roma.

- CRISTIANO DONI: punito prima con uno stop di tre anni e sei mesi e poi squalificato per altri due anni per un'altra inchiesta sempre sul calcioscommesse.

- GIUSEPPE SIGNORI: cinque anni di squalifica per l'ex azzurro - che non giocava piu' ma era comunque tesserato Figc - compresa la preclusione alla permanenza in qualsiasi rango o categoria della federazione: in pratica, radiato.

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