Il Comitato olimpico di Tokyo 2020 inciampa sull'emblema presentato la scorsa settimana e rischia una imbarazzante accusa di plagio: la "T" stilizzata, prima lettera di Tokyo e delle parole "Tomorrow" e "Team", è simile al logo del Theatre de Liege creato due anni fa, pur se quest'ultimo è bianco su fondo nero e quello olimpico è a colori. Il quadro si è in seguito complicato perche' gli internauti hanno scoperto la somiglianza anche col disegno dello spagnolo Hey Studio, fatto per sollecitare le donazioni a favore delle vittime del sisma/tsunami che ha colpito il Giappone nel 2011. Se lo studio di Barcellona, pur valutando lo stesso utilizzo dei colori come "probabile coincidenza", ha manifestato orgoglio per l'eventuale ispirazione al suo lavoro per definire l'emblema di un evento importante, il designer del teatro belga, Olivier Debie, ha chiesto al Comitato di Tokyo 2020, attraverso il suo legale, di "non utilizzare l'attuale logo dei Giochi". Se la diffida non avrà effetti, entro 8 giorni sarà avviata un'azione legale per violazione di copyright in Belgio e in altri Paesi. I due marchi appaiono "simili" - ha ammesso il governatore di Tokyo, Yoichi Masuzoe - anche se il designer nipponico Kenjiro Sano ha negato l'ispirazione al logo creato da Debie. In una nota, Sano ha spiegato di "non essersi mai stato a conoscenza di quel logo e di non averlo quindi mai preso a riferimento al momento della creazione" di Tokyo 2020. Il ministro incaricato ai Giochi olimpici, Toshiaki Endo, ha ribadito di non vedere problemi: "il logo è stato controllato tra i marchi di tutto il mondo. Ci sono molti designer e simili critiche ci sono state per l'emblema di Rio2016".
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