Appuntamento delicato domani per Sebastian Coe nella riunione della Federazione internazionale di atletica leggera (Iaaf) previsto a Montecarlo. A circa due settimane dalla decisione di sospendere la federazione russa per lo scandalo doping, il Consiglio si ritroverà per preparare una "road map" da imporre alla Russia per ottenere la riammissione. Il neo-presidente sa che l'immagine dell'atletica rischia di essere devastata e intende agire con prudenza e severità. C'e' però una forte spinta per consentire agli atleti "puliti" di gareggiare ai Giochi di Rio, contro cui si è espresso Alex Schwazer, che da anni esprimeva sospetti sui colleghi russi. "Io sono fermo da tre anni, tra l'altro dopo aver confessato, mentre in Russia, dove è stato scoperto un doping di Stato, nessuno si è dimesso e si sta già pensando a come riammettere la squadra a Rio", ha detto oggi il marciatore altoatesino, che ha testimoniato in tribunale nel processo contro due medici Fidal. "Lo dico da anni - ha insistito Schwazer - che in Russia c'è un sistema di doping, lo provano i 30 casi di positività scoperti solo tra i marciatori". Anche in udienza ha parlato della vicenda e della sua scelta di doparsi. "Ero in un tunnel", ha detto, e a Londra 2012 "volevo partire alla pari con i russi". Sulla base delle raccomandazioni dell'Agenzia mondiale antidoping (Wada), la Iaaf pretenderà dalla federazione russa la dimostrazione di aver abbandonato completamente le pratiche illecite e sradicato il sistema che le favoriva, con sanzioni esemplari per tutti coloro, dirigenti, tecnici e atleti, che erano coinvolti. Starà quindi alla Russia adeguarsi nel più breve tempo possibile per evitare l'ulteriore onta dell'esclusione dalle Olimpiadi.