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Inter-Lazio, 2-2, Mancini: 'Due passi avanti e uno dietro'

Tecnico si difende, 'qui tutti sono allenatori'. Le immagini della partita VIDEO

E' davvero una "pazza Inter". Con la Lazio gioca un primo tempo deludente, pieno di preoccupanti errori difensivi, poi nella ripresa rialza la testa, complice un modulo più familiare e recupera un doppio svantaggio. Roberto Mancini, però, nel commentare la partita, difende la sua scelta tattica di schierare Dodò più avanzato: "In Italia sono tutti allenatori, ma io lavoro con la squadra ogni giorno e pensavo fosse una buona soluzione. Il gol subito dopo 2' però ci ha messo in difficoltà, ha cambiato i piani. Per affrontare partita così, bisogna approvare bene e andare sotto ha complicato tutto. Nel secondo tempo abbiamo fatto meglio, ma non credo dipenda dall'assetto". Già perché nella prima frazione di gioco gli svarioni difensivi sono stati il tallone d'Achille dell'Inter. E proprio su questo dovrà lavorare il tecnico, che non può dirsi soddisfatto: "Il secondo gol di Anderson, che ha preso palla dalla metà campo, non deve accadere - l'analisi di Mancini -. Facciamo due passi avanti e uno indietro, ma è anche vero che era impossibile che in un mese non commettessimo più errori. Ci serve continuità". E se non è un problema di modulo, allora è l'atteggiamento che non funziona. "Alcuni giocatori hanno un po' di paura nel gestire il pallone soprattutto quando la partita si fa difficile - ammette il tecnico -. Dobbiamo superare anche questo, ci lavoreremo".

Fortunatamente per i nerazzurri, che con la Lazio puntavano alla vittoria, il gruppo in lotta per l'Europa ha rallentato. Ma a questa squadra servono innesti di qualità. Mancini lo ha ribadito a più riprese e domani ci sarà il summit di mercato con la dirigenza: "Non abbiamo mai parlato di Lennon, non fa parte del nostro mercato. Puntiamo ad altri giocatori. Cerci? Per ora è un giocatore dell'Atletico Madrid, ma cerchiamo giocatori in quei ruoli" ha spiegato l'allenatore nerazzurro. È convinto che servano nuovi giocatori anche l'ex presidente Massimo Moratti, tornato a San Siro: "Come tutte le squadre, quando vedi che c'è qualche punto un po' debole cerchi di andare a vedere in giro se c'è il giocatore giusto. Specialmente a gennaio, il mercato è molto dell'allenatore. Quindi vediamo cosa dirà Mancini, io sono fuori dal giro, ma sarà lui a vedere cosa fare". Moratti comunque crede nel lavoro del tecnico, tanto che gli rinnova ancora la sua personale fiducia: "E' prima di tutto molto calmo di carattere, cosa che credo abbia fatto bene, poi pensa inglese, cosa che ha tranquillizzato anche l'ambiente. La sua esperienza da noi si è concretizzata con dei successi. Spero che faccia bene". La strada però è ancora lunga e Kovacic per la seconda volta dopo il ko con l'Udinese, non nasconde la propria amarezza: "Abbiamo sbagliato tutto sui due gol subiti. Ci è mancata cattiveria. Così non si pensa al terzo posto, bisogna vincerle tutte, non una si e uno no". La sua analisi non fa una piega, la Champions è lontana sei lunghezze, ma bisogna cogliere i passi falsi delle rivali.

 

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