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Le fibre ottiche mettono il turbo

Oggi in Italia il primo test

Le fibre ottiche attuali mettono il turbo, portando fino a 1 Gigabit al secondo per ogni utente e permettendo di scaricare video a velocità e risoluzione altissime: sono le caratteristiche del sistema di accesso a Internet risultato del progetto europeo Coconut coordinato dall'Italia, con la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. Proprio a Pisa viene sperimentato oggi, con una dimostrazione pubblica, su un tratto della rete commerciale a fibra ottica della città messo a disposizione dalla società Agestel.

Finanziato con 4,1 milioni (2,8 dei quali dalla CommisSione Ue) e partito nel 2012, il progetto Coconut (COst-effective COhereNt Ultra-dense-Wdm-Pon for lambda To-the user access) è coordinato da Ernesto Ciaramella, della Scuola Superiore Sant'Anna, il progetto è condotto in collaborazione con il Politecnico spagnolo della Catalogna, l'università per le Tecnologie dell'informazione di Atene e le aziende British Telecom, Ericsson AB, Alcatel-Lucent 35Lab, Promax Electronica e Optronics Technologies (Grecia).

In condizioni normali le reti in fibra ottica utilizzano molti canali con lunghezze d'onda diverse (Wdm). "La nostra intenzione - spiega Ciaramella - era di aumentare in maniera significativa il numero di canali, cioè il numero delle lunghezze d'onda e, pur mantenendo la compatibilità con le infrastrutture attuali, estendere in modo significativo le dimensioni della rete e quindi il numero di utenti in grado di connettersi, aprendo la strada verso le soluzioni che sono spesso indicate come "Gigabit-to-everyone", con un costo accessibile per tutti gli utenti".

Grazie a questa tecnologia diventa quindi possibile usare le infrastrutture di rete per scaricare video ad altissima risoluzione in pochi secondi e senza sovraffollare le attuali reti wireless per uso domestico. La stessa tecnologia può essere impiegata per collegare a Internet le antenne della rete cellulare, con una velocità crescente. La stessa tecnica, secondo gli esperti, è interessante anche per le future reti 5G.

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