La morte dei tre agenti
della polizia cilena (carabineros), i cui corpi sono stati
ritrovati carbonizzati sabato all'interno di un blindato nella
regione del Biobio, è stata causata da colpi d'arma da fuoco di
grosso calibro. Lo ha confermato oggi il procuratore generale
Angel Valencia sulla base delle prime perizie forensi eseguite
sui corpi dei tre agenti. "Non ci sono prove che i tre fossero
ancora in vita quando è stato appiccato il fuoco al
fuoristrada", ha affermato Valencia, confermando successivamente
che i tre corpi presentavano colpi d'arma da fuoco.
Il procuratore ha aggiunto che le indagini "registrano
progressi" ma che ancora non viene esclusa ipotesi riguardo la
responsabilità dell'agguato.
In un primo momento si era pensato ad un attentato
terroristico effettuato da gruppi radicali nel quadro delle
rivendicazioni territoriali della comunità mapuche sulla regione
dell'Araucania. L'attentato coincide di fatto con una condanna
del leader del gruppo armato Coordinadora Arauco-Malleco (Cam),
Hector Llaitul.
Le autorità non escludono tuttavia un agguato portato avanti
da gruppi criminali che operano nella zona e dediti al traffico
di legname, droga ed armi. "Potrebbe essere un attentato
terrorista ma si tratta solo di un'ipotesi. Potrebbero anche
essere bande criminali che stanno cercando di controllare il
territorio ed evitare la presenza della polizia", ha detto
Valencia.
In un messaggio di vicinanza ai carabineros, il presidente
Gabriel Boric ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale,
assicurando "ai cileni che non ci sarà impunità e che troveremo
gli autori di questo terribile crimine".
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