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Detenuti Poggioreale, si farà nostro portavoce

(ANSA) - CITTA' DEL VATICANO, 18 MAR - Tra i momenti cruciali della vista del Papa sabato a Napoli, il pranzo con i detenuti di Poggioreale. Ad attendere Francesco ci saranno anche i reclusi dell'altro istituto partenopeo, Secondigliano. In entrambe le strutture si contano circa tremila detenuti. Tutti, da questa visita di Francesco, si aspettano "che la loro voce - di persone comunque 'costrette' a vivere senza la propria libertà e 'costrette' anche a vivere in situazioni molto difficili - possa essere portata fuori dal Papa", dice a Radio Vaticana Anna Maria Esposito, presidente dell'associazione di volontari "Carcere Vivo".
    "Da quello che abbiamo saputo sarà un pasto molto frugale, semplice, perché il tempo è breve e perché l'intenzione del Santo Padre è quello di salutare singolarmente ogni detenuto: non so bene in questo momento se prima o dopo il pasto, prima di andare via", spiega l'operatrice.
    E rispetto alla situazione di disagio, sovraffollamento, inattività vissuta in carcere, il frutto che si attende da questa visita è in particolare "una speranza maggiore".
    "Giovanni Paolo II venne a Poggioreale - ricorda Esposito -.
    Anni dopo, io incontrai nel carcere di Secondigliano una persona e parlando della visita di Papa Giovanni Paolo II lui mi disse: 'Il Papa passò davanti alla mia cella e mi strinse la mano. Io in quel momento sentii una scarica dentro di me, uno svuotarmi di me stesso e trovai una serenità dentro di me... non le dico che cosa ho provato!'. E mi diceva: 'Io sono sicuro che quando uscirò da qui non rientrerò più', perché evidentemente quella stretta di mano aveva infuso in lui tanta e tanta di quella forza, di quella speranza per cui lui con sicurezza diceva: 'Io non rientrerò più in carcere!'". (ANSA).
   

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