VERONA - ''Non siamo un vino da dieta, ma da grandi occasioni. E chi beve Amarone è ben consapevole della qualità nel calice, sempre abbinata a buona cucina. Bere Amarone è un'esperienza non da tutti i giorni, e perciò lontana da preoccupazioni di apporto calorico''. Così a Wine2Wine i produttori Antonio Cesari e Maria Sabrina Tedeschi, a nome dell'associazione Famiglie dell'Amarone d'Arte che riunisce le principali cantine di famiglie che storicamente producono il grande rosso veneto, commentano l'ipotesi che la Commissione Ue introduca presto l'obbligo di indicazione del valore nutrizionale in etichetta. ''Non siamo molto preoccupati per questo, ma il danno - continuano Cesari e Tedeschi - sarebbe per tutto il vino italiano a forte propensione all'export. E il paragone al junk food, all'alimentazione dannosa, fa male a tutti i viticoltori seri. Noi siamo per il bere poco ma bene. Un bere sempre abbinato al pasto, o nei momenti di meditazione con la consapevolezza di incontrare il frutto di una grande tradizione e lavoro, non una bibita mordi-e-fuggi o un superalcolico beverino da aperitivo''.
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