TORINO - La storia di Bolaffi, la casa d'aste e collezionismo torinese con sedi anche a Milano, Roma e Verona, inizia 125 anni fa, quando il sedicenne Alberto Bolaffi decide di seguire la sua passione per il collezionismo di francobolli abbandonando l'attività di famiglia, il commercio di pietre preziose e piume di struzzo. Il giovane avvia dunque l'attività filatelica nella sede di via Cavour e nel luglio di due anni dopo esce, sul 'Collezionista-giornale mensile di annunzi', il primo annuncio pubblicitario di Bolaffi, seguito, nel 1899, dalla prima edizione del Catalogo Bolaffi delle figurine Liebig.
L'attività della Bolaffi si trasmette di padre in figlio, e nel '55 esce il primo Catalogo nazionale Bolaffi dei francobolli italiani. Nel 1990 nascono le Aste Bolaffi, che dal settore filatelico si ampliano, negli anni, con la numismatica, i manifesti, i documenti autografi, i libri antichi, gli arredi, i dipinti, fino alle più recenti aste di vini pregiati e, da ottobre 2015, di fotografia. Fra le acquisizioni più prestigiose, uno dei soli tre manifesti di 'Metropolis' di Fritz Lang, la 'One-two-three', lettera affrancata con i primi tre francobolli del mondo, il 50 lire di Vittorio Emanuele II, la più rara moneta d'oro del regno d'Italia. Fra le ultime aste, quella dell'eredità di Bettino Craxi, che conteneva, fra le altre cose, un lotto unico di cimeli garibaldini battuto a 87 mila 500 euro.
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