NHA TRANG (VIETNAM) - "Cielo di Ulsan" e "High Trader" sono le due eco-navi di ultima generazione fatte e consegnate in Vietnam dai cantieri Hyundai Vinashin alla d'Amico International Shipping (Dis) che, in aggiunta al suo programma di ammodernamento della flotta, si prepara a chiudere il 2015 in accelerazione e con i principali risultati di bilancio in crescita a doppia cifra.
"Sono navi già pronte per due compagnie petrolifere, una americana e una europea con cui abbiamo rapporti da oltre 30 anni, e che soppiantano due in servizio", spiega il presidente Paolo d'Amico, in occasione della cerimonia "di assegnazione del nome e di benedizione" presso i cantieri di Nha Trang, i quarti più grandi posseduti dalla conglomerata sudcoreana.
La straordinaria domanda mondiale del trasporto di prodotti raffinati, spinta dalla rilocazione proprio delle attività di raffinazione dai paesi consumatori a quelli di estrazione e dal crollo dei prezzi del petrolio, rende più strategico "il rinnovo della flotta che procede all'insegna di consumi ed emissioni ridotti del 20-30% rispetto alle navi precedenti, parte del programma" di 755 milioni di dollari iniziato nel 2012 e basato su 22 unità entro il 2018, di cui 10 già consegnate. Anche la Cina, in questa congiuntura, si pone nell'insolita situazione, a causa del rallentamento dell'economia, "di produttore in eccesso di diesel pari a 800-900mila barili al giorno. Anche loro si porranno il problema dell'export creando occasioni interessanti di business", osserva d'Amico.
Le navi cisterna del gruppo in dotazione per il trasporto di prodotti petroliferi raffinati e olii vegetali (che tra palma, soia e colza sono il 10-15% dei volumi totali) sono salite a oltre 50 unità, includendo quelle in proprietà e a noleggio, con un'età media scesa a 7,6 anni.
A un terzo trimestre per tradizione "transitorio" (ma "molto buono"), seguirà il quarto in espansione "con il freddo nell'emisfero nord che aumenta i consumi", nota da parte sua il Ceo, Marco Fiori, rimarcando i rapporti "sempre stretti" della compagnia con le "principali major petrolifere", che sono in gran parte i "primi 10 top clienti", pari al 70% del fatturato del gruppo. Il trend positivo è iniziato "a novembre-dicembre, con il mercato che ha cominciato a rafforzarsie poi è stato un crescendo continuo". Il 2015, dopo l'utile di 30 milioni a fine giugno, "rappresenta un mercato con una buona chiusura".
Con il titolo Dis raddoppiato di fatto in Borsa negli ultimi mesi, i 64 milioni di dollari spesi per le due navi nuove di zecca faranno aumentare, insieme alle prossime operazioni, il livello dell'indebitamento, pari a 374 milioni alla fine del primo semestre: "crescerà ancora un po' - dice il Cfo Giovanni Barberis - e poi comincerà a scendere alla fine del ciclo tra il 2017 e il 2018 fino a 300 milioni. E' perfettamente sostenibile con i 60-70 milioni di cash flow generati e rappresenta un passaggio naturale per lo sviluppo del gruppo". Rispetto ad altri player dello shipping, per una flotta così giovane il gruppo ha un indebitamento stimato in circa la metà dei competitor. "L'investimento di 755 milioni di dollari è molto importante, finanziato dalle banche al 66% e per la parte residua dal cash flow, e la nuova flotta servirà per generare flussi di cassa al servizio del ripagamento veloce del debito".
Cielo di Ulsan, da 39.000 tonnellate, è stata costruita per resistere alla navigazione in presenza di ghiacci, mentre High Trader, che misura 183 metri di lunghezza e 32 di larghezza, ha una capacità di 50.000 tonnellate e può trasportare fino a nove differenti tipologie di carico all'interno dello stesso viaggio.
"Le prossime sei unità - aggiunge ancora il presidente della compagnia - saranno di 75.000 tonnellate. Stiamo aumentando la portata dato che le distanze delle raffinerie dai luoghi di consumo, di Europa e Stati Uniti soprattutto, sta aumentando. Quindi ci vorranno navi più grandi per le giuste economie di scala".