TRENTO - "L'educazione è cosa del cuore" così ha esordito il cardinale Angelo Bagnasco, citando don Bosco, intervenendo sul palco del Palameeting a Riva del Garda, in Trentino, nella sessione pomeridiana del Festival della famiglia, dedicato alle 'Comunità educanti, per il benessere sociale e la competitività dei territori. "Senza educazione - ha sostenuto Bagnasco - non c'è crescita umana, quindi non può esserci felicità.
Educare significa suscitare negli altri degli ideali e mostrarne la bellezza, quindi il desiderio di un mondo migliore". "Ai veri ideali ci si appassiona attraverso una relazione interpersonale - ha osservato - in cui ci si guarda negli occhi e non basta la loro diffusione in rete, perché serve attenzione al soggetto per far emergere da lui il meglio di lui: questo è il duplice significato di una vera educazione". Il cardinale ha poi evidenziato l'importanza del ruolo dell'educatore. "L'educatore deve tenere in conto l'unicità irripetibile di ognuno - ha sostenuto - e l'educazione impegna non solo colui che impara, ma anche chi insegna, ed esige un coinvolgimento in prima persona, dove la prima domanda che ci si deve fare non è cosa posso fare, ma chi sono io?. Chi educa - ha aggiunto - prima di fare deve essere.
L'insegnante della scuola ha un compito più alto e cioè quello di capire chi ha davanti senza improvvisarsi psicologo e deve modellare le sue proposte sulle persone affidategli e nel farlo sono imprescindibili il dialogo personale e l'intelligenza del cuore". Ha espresso inoltre nella premessa al suo intervento l'apprezzamento per l'iniziativa del Festival. "Sono lieto di essere qui - ha detto - avete fatto del festival una tradizione della vostra storia trentina: avete messo a tema un argomento di attualità sul quale si è espresso il sinodo della chiesa universale".
In collaborazione con: