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Avio Aero, più sviluppo e innovazione nell'aerospazio

La società investirà 200 mln annui in R&S per i prossimi 5 anni

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Investire in ricerca e sviluppo per favorire la crescita. Questa la ricetta - insieme alla collaborazione tra grandi imprese, Pmi, centri di ricerca e Università - per garantire all’Italia lo sviluppo che le serve a rilanciare economia e occupazione. 

Nel convegno organizzato da Avio Aero dal titolo “Sviluppo e innovazione”, si è parlato di questo e di come tra i settori più promettenti su cui puntare ci sia quello aerospaziale.
Una strategia - quella di investire nella ricerca e nelle nuove tecnologie - che la società di GE Aviation, operante nel settore dell’aeronautica civile e militare, ha fatto sua. L'obiettivo di Avio Aero è, infatti, “quello di crescere e di investire 200 milioni di euro ogni anno nei prossimi 5 anni in ricerca e sviluppo”. A dirlo è Riccardo Procacci, presidente e ad della società che ha anche spiegato come la crescita sia di lungo termine e soprattutto legata alla partecipazione dell’azienda a tutti i programmi cardine dell’industria aeronautica civile mondiale, che partono oggi e vedranno l'intero sviluppo fra 30-40 anni.
Avio Aero, come ha detto il suo presidente, “è presente già al 15% nella progettazione - e lo sarà anche nella produzione - del motore GE9X e nel Leap che è il motore che sostituirà il CFM che equipaggia oggi il Boeing 737”.
Altro tema al centro della discussione è quello della disponibilità di finanziamenti pubblici, “una moneta importante per attrarre investimenti sul territorio”, ha aggiunto Procacci specificando che un nuovo motore aereo di cui si stanno occupando richiederà investimenti per 400-500 milioni di dollari e che “sicuramente la disponibilità di fondi e la facilità di accesso a questi è fondamentale”.
Per crescere però non servono solo i soldi, ma anche le idee. In Italia l'innovazione “può e deve essere sostenuta da un substrato fertile di cultura”, ha aggiunto il presidente di Avio Aero sottolineando che se da una parte c’è bisogno che “le aziende facciano sistema con le università aprendo di più le porte ai laureati”, anche che le seconde dovrebbero “rinnovare la loro offerta formativa molto più rapidamente di quanto facciano oggi, per seguire così le evoluzioni del mercato”.
Un settore, quello dell’aerospazio, in cui le competenze italiane non mancano anzi, “quelle ingegneristiche e tecnologiche sono elevatissime”. Come ha detto il presidente e amministratore delegato di General Electric Italia, Sandro De Poli, aggiungendo che con Avio Aero - acquisita nell'agosto del 2013 - GE abbia aumentato la propria capacità ingegneristica nel Paese e raggiunto una forza lavoro di 12 mila collaboratori focalizzati in attività industriali a grande contenuto ingegneristico.
L’importanza strategica del settore aerospaziale e degli investimenti in ricerca e innovazione non vale solo per l'Italia, ma anche per l’Unione europea. “Le industrie devono restare in Europa e diventare più forti”, ha detto Elzbieta Bienkowska, commissario europeo per il Mercato interno, l'Industria, l'Imprenditoria e le Pmi, aggiungendo che è necessario “favorire gli investimenti in ricerca e sviluppo per competere al meglio con gli Stati Uniti e gli altri concorrenti mondiali”, visto che in Europa “gli investimenti in ricerca e sviluppo sono il 40% di quanto fanno gli Stati Uniti”.
Per il Commissario europeo è necessaria anche una maggiore sinergia tra chi si occupa dello spazio e della difesa per favorire il sostegno alla ricerca nei settori ad alta tecnologia.
Intanto, in Italia “con la cabina di regia di Palazzo Chigi stiamo creando una rete per far crescere il nostro contributo nell’aerospazio”. Così Carlo Magrassi, consigliere militare del Presidente del Consiglio che ha spiegato come stia procedendo il lavoro: “stiamo chiamando tutti gli esperti che ci diranno cosa succederà fra 5-7 anni così ci troveremo già preparati”.

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