Tra i primi a tornare a vivere nel centro storico dell’Aquila c’è il barone Marcantonio Cappa, discendente di un’antica famiglia nobiliare aquilana, rientrato nel suo palazzo storico, vincolato dalla Soprintendenza, dopo due anni di lavori di ristrutturazione e consolidamento post-sisma. GUARDA L'INTERVISTA
La sua casa era catalogata E, come le altre del centro storico, ovvero gravemente danneggiata. Ora è stata risanata e consolidata dal punto di vista sismico. Cappa è orgoglioso degli affreschi, uno in ogni stanza, di scuola napoletana del ‘700. Il barone ama la sua città, dove è nato, pur avendo vissuto fuori. “L’Aquila - dice Cappa - sarà il primo centro storico al mondo ristrutturato dal punto di vista antisismico. Quello che viene fatto a questi palazzi, nello specifico a quelli vincolati dalle Belle Arti, non è solo maquillage, restauro di facciata, ma vero consolidamento”.
Il barone ora è tornato a vivere nel suo palazzo tornato agli originari splendori, con un cortile simile a tanti altri dell’Aquila, che sono gioielli nascosti dietro i massicci portoni in legno. "La città lentamente sta riprendendo ma manca ancora la certezza dell’erogazione dei fondi che accompagna in maniera esasperante tutta la fase della ricostruzione, dall’inizio alla fine. Il decimo elenco della richiesta di contributi spettanti ai proprietari in attesa di ricostruire la propria abitazione, pubblicato a luglio, è stato finanziato solo oggi".
Come si vive in un centro che è vissuto quasi solo dagli operai al lavoro? “Ci sono tanti disagi comunque anche per quei pochi rientrati nel centro: viviamo in un cantiere aperto; la sera invece c’è la movida che spesso sfocia in veri e propri atti vandalici”.