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Presidente della Repubblica: il Diario a due passi dal Colle

Curiosità e rumors fuori e dentro Montecitorio

SABATO 31 GENNAIO

Clima da stadio, applausi a valanga, lacrime, a cominciare da quelle di Giorgio Napolitano che è entrato in Aula poco prima dello scoccare del quorum (505 voti) per Sergio Mattarella, piazzandosi al centro dell'emiciclo. Con il costituzionalista palermitano la Sicilia è così arrivata per la prima volta al Colle. A farla da padrona è stata l'emozione: abbracci tra i banchi, e baci inattesi come quelli tra il ministro Maria Elena Boschi e il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini, il presidente Dem Matteo Orfini, il capogruppo Roberto Speranza. Le standing ovation (cui non hanno preso parte M5S e Lega), sono state due: una quando la presidente Laura Boldrini ha letto il numero dei voti riportati da Mattarella, e una al momento della proclamazione del risultato (più di 4 minuti di applausi scroscianti). Rosy Bindi con gli occhi lucidi si è improvvisata fotoreporter con il suo smartphone. Tanti i parlamentari che hanno ripreso il momento solenne anche con i loro telefonini ignorando il rigido protocollo, per poi postarli sui social network. In una giornata speciale tutte le regole sono state infrante. Il ministro dell'Interno e leader Ncd Angelino Alfano aveva fatto il suo ingresso in aula quando Mattarella era già a quota 350 preferenze per prendere posto tra i banchi bassi. Il primo applauso quello che, a spoglio ancora in corso, ha accompagnato il superamento di quota 505: preceduto da un conto alla rovescia ritmato.

A quorum raggiunto esplode la festa, per tutti o quasi. Non si sono sottratti all'applauso i parlamentari azzurri compresa Maria Rosaria Rossi fedelissima del Cavaliere. Silvio Berlusconi manderà più tardi un telegramma di congratulazioni. Applausi 'bipartisan' durante lo spoglio anche per tutti gli altri candidati: all'annuncio dei 127 voti per Ferdinando Imposimato sostenuto da M5S, e dei 46 per Vittorio Feltri; applausi anche per i 17 voti di Stefano Rodotà, dei 2 per Emma Bonino e per Antonio Martino. Anche oggi un paio di voti burla: a Lino Banfi e a Roby Facchinetti dei Pooh. Una delegazione M5s ha fatto oggi visita al candidato del Movimento, Imposimato. L'ex magistrato fa gli auguri a Mattarella, "grato al M5s". In mattinata, mentre era ancora in corso la votazione, siparietto alla buvette con protagonista Matteo Renzi accompagnato dal ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni: il premier offre un caffè anche a Giorgia Meloni incrociata in fila al bar della Camera, ma la presidente di Fdi non accorgendosi del gesto cortese aveva già infilato l'uscita.

Poco dopo, l'incontro di Renzi, tra gli altri, con Guido Crosetto e il consigliere politico di Fi, Giovanni Toti cui fa i complimenti per l'abito che indossa. In un fiume di tweet di congratulazioni a Mattarella, a cominciare da quelli simili di Renzi e del sottosegretario Delrio ("Viva il presidente della Repubblica! Viva l'Italia!"), spuntano quelli scambiati reciprocamente tra Giorgia Meloni, e Matteo Salvini: "Mentre Berlusconi e Alfano celebrano il funerale del centrodestra, noi lavoriamo per ricostruire il futuro. Matteo Salvini proviamoci insieme". Una giornata che si può sintetizzare nelle parole di Pier Luigi Bersani (Mattarella nel 2013 era nella sua rosa di candidati) "E' una buona giornata per L'Italia, è stato un parto un po' lungo". Spopola sul web "Matteo si rallegra",anagramma di Sergio Mattarella. Una curiosità: l'Oroscopo di oggi del nuovo inquilino del Colle (del Leone) recitava: "Momenti di forte tensione, consultatevi, prima di prendere una decisione, molto dipende dai collaboratori che saprete scegliere. Giove, vale la pena intraprendere un cammino con persone nuove".

VENERDI' 30 GENNAIO

Mentre il Parlamento prova, per la terza volta, a cercare di dare un nome al suo nuovo inquilino del Quirinale, complice il forte vento sulla Capitale, il tricolore issato sul torrino del Colle si è staccato dal suo supporto restando appeso per un lembo. Emblema del patto strappato? Termina come previsto con una fumata nera la terza votazione per l'elezione del presidente della Repubblica. Nessuno ha, raggiunto il quorum necessario per essere eletto. La presidente della Camera, Laura Boldrini, ha convocato il quarto scrutinio per domani mattina alle 9.30. Ma anche oggi non è mancato chi ha espresso preferenze singolari: a sorpresa un voto per Luigi Faramonti "detto Gigino" e in Aula tutti si chiedono: "chi è?".

Ma la presidente Boldrini: "Eh, noi qui siamo ligi...". Nessuno sa chi sia questo Gigino. Nessuna traccia nei motori di ricerca. Un voto anche a un tale Olita. E poi ancora un voto a Igor Attila, il commissario al comando della sezione 'crimini sportivi' nato dalla fantasia del giornalista Paolo Foschi. Una preferenza è andata ad Angelo Caloia, ex presidente dello Ior che si era dimesso dal vertice della banca vaticana lasciando il posto ad Ettore Gotti Tedeschi. A Montecitorio oggi anche un 'abusivo'. Fabio Volo, passeggia per il transatlantico, saluta Pier Luigi Bersani, e scherza con i cronisti che gli chiedono curiosi come abbia fatto ad entrare. ''Sono qui come giornalista'' risponde tirando fuori dalla tasca del cappotto il pass. ''Siete della sicurezza?'' chiede poi. In verità era entrato accreditato come tecnico, per il programma di Fabio Fazio 'Che tempo che fa' ma, non essendo giornalista, deve aver preso in 'prestito' il tesserino da qualcuno. Ma poi è stato costretto ad andar via. Molti flash puntati sul ministro della salute Beatrice Lorenzin in dolce attesa di due gemelli che nasceranno a giugno e che vota sfoggiando il suo bel pancione.

Tra i protagonisti della giornata come sempre il presidente emerito Giorgio Napolitano: una girandola di colloqui a cominciare dal premier Matteo Renzi; l'ex presidente ha anche accettato uno scatto di gruppo con otto grandi elettrici del Pd, in Transatlantico, ma ha chiesto di evitare clic in Aula. Poi cinque minuti di fitto colloquio, con la presidente Boldrini. Dopo lo scambio dei saluti, i due sono rimasti per diversi minuti a parlare: lui in piedi con le braccia poggiate sulla spalliera delle poltrone della presidenza, lei 'obbligata' a restare seduta, come impone il rigido protocollo del Parlamento.

Tra le tante curiosità della giornata da registrare un errore nel conteggio della mattina, poi corretto dalla stessa Boldrini: "i voti dispersi sono stati 61 e non 143, come inizialmente riferito: si è trattato di un "mero errore materiale", ha puntualizzato ai grandi elettori. Anche oggi tra i votati Ezio Greggio, Enzo Iachetti, Barbara D'Urso e l'immancabile Sabrina Ferilli, new entry il presidente del Coni Giovanni Malagò. Preferenze anche per Guccini, il giornalista e blogger Fulvio Abbate, e per Roberto Bettega ex giocatore della Nazionale e della Juventus.

Nell'urna anche il nome di Mario Segni, padre del referendum che abolì le preferenze ed il proporzionale segnando il de profundis per la prima Repubblica dopo Tangentopoli. Ma tra i più votati dopo i candidati ufficiali, Sabelli Fioretti: 14 voti nel primo spoglio, 8 nel secondo. Tra i grandi elettori c'è anche chi ha scritto sulla propria scheda "Arriva bene", oppure "Diamante", o 'Adriana, Adriana, Adriana' in una stessa scheda (ricordate la scena finale di Rocky Balboa?). E ancora una scheda a tal Bianca, e Boldrini spiega: "perchè c'è scritto bianca sulla scheda", dall'aula si leva un brusio. Non è mancata la provocazione della Lega: una vignetta raffigurante un camper bianco del Pd che nasconde al suo interno una vecchia auto d'epoca con lo scudocrociato; e un Matteo Renzi con la tuta da "meccanico" che con una manovella cerca di farla partire.

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GIOVEDI' 29 GENNAIO 

Era iniziata come il giorno della convergenza su Sergio Mattarella, è finita con un nulla di fatto. Giochi di ruoli, sorrisi d'intesa, voti veri, quelli "burla" che non mancano mai. Preferenze provocatorie annunciate come quelle a Giancarlo Magalli, il conduttore diventato una star del web ma che poi ha ottenuto solo un voto in cabina (un flop se si considera il tam tam), contro i due a sorpresa di Ezio Greggio, volto storico di Drive in e Striscia la Notizia, a Sabrina Ferilli, ad Arnaldo Forlani.

Ma per sintetizzarla con una battuta all'Ansa del senatore azzurro Antonio Razzi: "per colpa di Renzi", tutto si è risolto "in una fumata nera". La giornata era iniziata con la pioggia su Montecitorio 'assediata' per la riunione del Parlamento in seduta comune. Attorno al palazzo le misure di sicurezza sono stringenti, l'accesso è di fatto interdetto ai non parlamentari e ai 'non addetti ai lavori'. E mentre ai margini della piazza si teneva una manifestazione che chiedeva la verità sul caso di Emanuela Orlandi, in via degli Uffici del Vicario all'improvviso si sono levati slogan e urla contro i parlamentari che arrivavano in ordine sparso.

Una giornata che non annunciava novità clamorose, in verità e procedeva in tono minore, ministre e deputate non sfoggiavano i look delle grandi occasioni, molte in pantaloni, la pioggia incessante non dava tregua, fuori da Montecitorio anche la protesta dei Forconi: "Vergogna, vergogna, vergogna". "Questo palazzo è nostro". Contestazioni fischi e urla di "buffoni". Una ventina di persone 'Coordinamento 9 dicembre', quello in passato comunemente noto come 'Forconi' contro quella che definiscono una ''elezione illegale'', accolgono i deputati e senatori che entrano alla Camera per le votazioni. "E' una elezione illegale, fatta da un parlamento di nominati", insistono. "Questo Parlamento è illegittimo - ha spiegato il loro portavoce Gabriele Baldarelli - non ha la titolarità di eleggere il presidente. Chiediamo le loro dimissioni e che si torni a votare con il mattarellum". Baldarelli ha annunciato che in questi tre giorni da tutta Italia arriveranno dei pullman per manifestare: "il presidente deve essere eletto dal popolo". Poco prima si erano perse le tracce di Berlusconi che dopo aver riunito i vertici di FI a Palazzo Grazioli e dopo avere incontrato Fedele Confalonieri, ha deciso di concedersi una pausa andando a fare shopping per le vie del centro di Roma. 'Ho bisogno di pensare', avrebbe detto ai suoi fedelissimi lasciando Palazzo Grazioli".

Alle 15.10 un lungo applauso dell'Aula di Montecitorio ha segnato l'ingresso del presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano. Altra ovazione quando il senatore a vita ha deposto la sua scheda votata nell'urna, avviandosi verso l'uscita e salutando tutti. Parecchi parlamentari non hanno resistito alla tentazione di fare un selfie con Napolitano mentre la presidente Boldrini dall'alto del suo ruolo ha dovuto ricordare che "in Aula non si fanno foto". Non solo fair play in Aula. Insieme agli applausi e ai 'selfie' nell'emiciclo, a Giorgio Napolitano sono toccati anche dei fischi giunti dai settori di Lega e M5s. Deputati poco "ospitali" nei confronti dei colleghi senatori nell'Aula di Montecitorio. I "padroni di casa" sono rimasti per la maggior parte seduti ai loro posti mentre i senatori sono restati perlopiù in piedi. Momenti di tensione per i cartelli della Lega che riportavano la pagina del Manifesto del 28 giugno 1983 che titolava 'Non moriremo democristiani', per protesta contro la candidatura al Colle di Sergio Mattarella. Ma i cartelli leghisti sbandierati anche da Calderoli sono stati subito rimossi.

Alle 19.02 si è conclusa la prima votazione per l'elezione del Presidente della Repubblica. Nessuno ha raggiunto il quorum dei 673 voti richiesti nei primi tre scrutini. Oltre agli annunciati Ferdinando Imposimato, Vittorio Feltri, Emma Bonino e Luciana Castellina, sono spuntati i nomi di Totti e Sabelli Fioretti. Ma la vera sorpresa i nove voti che ha ottenuto uno sconosciuto ai più, un certo Mauro Morelli. Sul web tracce se ne trovano solo nei profili di un tecnico riparatore di strumenti a fiato o di un consulente del lavoro. Non sono mancate goliardate targate 5 stelle: il voto è stato immortalato e postato sui social da Barbara Lezzi e Matteo Dall'Osso e addirittura il deputato Manlio Di Stefano si è filmato durante il voto e poi ha postato il video su Fb.

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