Una Basilica di Collemaggio che
possa offrire una risposta migliore a possibili scosse di
terremoto e mura cittadine che non siano più una "barriera"
verso il cuore del centro storico dell'Aquila, ma un simbolo.
Sono questi i capisaldi su cui si fondano i progetti di
ricostruzione di due importantissimi monumenti aquilani
distrutti dal sisma del 6 aprile 2009, la Basilica di Santa
Maria di Collemaggio e le antiche mura urbiche, presentati oggi
nel corso di un convegno al Salone della Ricostruzione alla
presenza del sottosegretario ai Beni culturali, Ilaria Borletti
Buitoni, e del direttore regionale per l'Abruzzo Fabrizio
Magani, di cui oggi è stata annunciata la conferma dal ministro
Dario Franceschini.
"Siamo contenti che il salone abbia dato spazio alla nostra
attività che diventa così parte integrante del processo di
ricostruzione - ha affermato Magani - Il convegno ha illustrato
due progetti che reputiamo d'eccellenza per il contributo e per
il metodo adottati. C'è un piano ambizioso, con la fine lavori
fissata al 2016 e siamo nei tempi per la parte progettuale".
L'intervento di miglioramento sismico su Collemaggio, edificio
sacro fatto realizzare da Papa Celestino V, finalizzato al
raggiungimento di adeguati livelli di sicurezza, è parte
integrante del più generale progetto per la conservazione del
monumento. Sono state realizzate indagini preliminari che hanno
consentito di restituire un quadro conoscitivo sullo stato di
fatto dell'edificio e si è ipotizzato un restauro che abbia come
fine la riduzione della vulnerabilità dimostrata, intervenendo
con essenziali opere di consolidamento. Le parti crollate della
basilica saranno riproposte con un doveroso rispetto per
l'immagine di cui la collettività attende la restituzione, ma
anche per limitare le sollecitazioni indotte da azioni sismiche
sugli elementi più deboli della struttura.
"Gli interventi tecnici sono molti - ha specificato
Antonello Garofalo, architetto progettista della Basilica -
Facendo riferimento ai danni che ci sono stati, dovremo operare
sul transetto, sui pilastri di navata danneggiati, sulle
murature e sui grossi pilastri polilobati che sono implosi
portando giù il transetto e sono, quindi, andati persi". Per
quanto riguarda la cinta muraria antica del capoluogo, costruita
per la gran parte nella seconda metà del XII secolo, delimita
l'intero insediamento medievale e, nonostante lo stato di
degrado e le numerose interruzioni, costituisce tuttora un
simbolo. Oltre al consolidamento statico e al restauro
architettonico il progetto consentirà l'inserimento della cinta
muraria nel complesso delle relazioni proprie del contesto
urbano. Da barriera e da elemento di separazione le mura saranno
trasformate in una "cerniera osmotica" tra le parti della città
che essa attualmente divide, che connettano attraverso le mura
le maggiori emergenze monumentali urbane.
"Si farà un intervento di tipo conservativo - ha spiegato
Antonio Di Stefano, architetto progettista delle mura urbiche -
A causa dei crolli c'è stata necessità di ricostruire alcune
porzioni di muratura che in passato erano state trascurate e
che, a seguito del sisma, sono venute giù. I tempi sono stretti:
dobbiamo chiudere i lavori entro giugno 2015 con un impegno
economico di 8 milioni di euro".
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