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Jabil: primo maggio amaro, lavoratori verso lo sciopero

Jabil: primo maggio amaro, lavoratori verso lo sciopero

Assemblea dopo decisione dell'azienda Usa di lasciare Marcianise

CASERTA, 30 aprile 2024, 20:08

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

Un primo maggio amaro per i lavoratori dello stabilimento Jabil di Marcianise (Caserta), che oggi hanno appreso, nella riunione tenuta al Mimit, della decisione della multinazionale Usa dell'elettronica di lasciare il sito produttivo e l'Italia, senza per ora indicarne i tempi.
    Ultimo e inatteso atto di una vertenza che si trascina da qualche anno, con oltre trecento lavoratori già fuoriusciti dagli organici aziendali; mai però fino ad oggi l'azienda aveva paventato il totale disimpegno, al massimo aveva ventilato ulteriori esuberi che avrebbero dovuto portare la forza lavoro dagli attuali 420 addetti a 250. Ed invece domani, proprio nel giorno della Festa del Lavoro, partirà l'ennesima mobilitazione degli addetti Jabil, nella speranza che il 27 maggio, data di un nuovo incontro tra azienda e sindacati, possa cambiare qualcosa, quantomeno essere delineata una soluzione alternativa, che tenga però conto della circostanza che le precedenti ricollocazioni degli addetti Jabil in altre aziende - come Softlab e Orefice - non hanno portato ad alcuna reindustrializzazione. Stasera i 420 lavoratori Jabil saranno in assemblea straordinaria con i loro delegati sindacali per decidere la probabile proclamazione di uno sciopero ad oltranza.
    "Auspicavamo che questo Governo, che dice di voler salvare l'industria italiana - afferma il segretario della Fiom-Cgil di Caserta Francesco Percuoco - convincesse Jabil a restare, soprattutto per evitare la completa desertificazione dell'area industriale casertana, che una volta era il polo dell'elettronica. Il disimpegno di Jabil è un pessimo segnale per il Sud Italia e l'Italia, anche perché finora Jabil non aveva mai manifestato tale volontà; ricordo inoltre che la stessa Jabil ha aperto qualche mese fa uno stabilimento in Croazia, mentre qui in Italia lamenta da anni una crisi produttiva. Ciò che è avvenuto con Jabil dimostra che da noi le multinazionali vengono solo a fare business, poi quando vogliono decidono di andare via senza che nessuno riesca a salvaguardare i posti di lavoro e le professionalità acquisite".
   

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