Secondo l'analisi quantitativa
semetrale dell'Ance di Salerno, la fotografia dei primi sei mesi
del 2014 presenta indicatori in campo negativo in maniera
estremamente estesa: la produzione è in diminuzione per il 47%
del campione intervistato; il fatturato è in calo per il 38%;
gli ordini e i contratti si contraggono per il 38%;
l'occupazione scende per il 29% ed è stazionaria per il 65%; il
costo del lavoro aumenta per il 14% ed è stazionario per il 76%;
il costo delle materie prime è in aumento per il 22% ed è
stazionario per il 73%; le spese dirette di cantiere sono in
crescita per il 19% e stazionarie per il 74%; le spese generali
lievitano per il 30% e sono stazionarie per il 68%.
Le previsioni per il secondo semestre 2014 parlano di una
produzione in diminuzione per il 39% e stazionaria per il 39%;
il fatturato è in diminuzione per il 40% e stazionario per il
37%; gli ordini e i contratti calano per il 33% e sono
stazionari per il 42%; l'occupazione si contrae per il 35% ed è
stazionaria per il 49%; il costo del lavoro aumenta per il 13%
ed stazionario per l'80%; il costo delle materie prime aumenta
per il 19% ed è stazionario per il 72%; le spese dirette di
cantiere aumentano per il 18% e sono stazionarie per il 74%;
crescono anche le spese generali per il 15% (stazionarie per il
78%).
Per quanto riguarda i principali problemi nella quotidianità
delle imprese, la difficoltà di accesso al credito continua a
rappresentare il principale problema delle imprese edili (il 51%
del campione intervistato è totalmente d'accordo, il 29% è
abbastanza d'accordo), con particolare prevalenza di tale
convincimento tra i titolari di aziende comprese nelle fasce
fino a 5 milioni di euro di fatturato e tra 5 e 20 milioni di
euro di fatturato. Il secondo grande problema è rappresentato
dalla lentezza della macchina amministrativa (42% totalmente
d'accordo, 47% abbastanza d'accordo). Seguono, poi, altre
criticità: mancanza di un disegno generale di sviluppo economico
provinciale/regionale; scarsa responsabilità/incompetenza dei
quadri dirigenziali delle pubbliche amministrazioni;
riduzione/carenza degli investimenti pubblici; costi elevati di
materie prime, servizi e utenze.
La qualità delle relazioni tra le imprese e il sistema
bancario nel complesso è percepita dal 59% del campione come
soddisfacente, ma con un significativo 41% (37% poco
soddisfacente; 4% per nulla soddisfacente) che esprime un
giudizio non lusinghiero. Negli ultimi 12 mesi le aziende
segnalano principalmente la variazione della quantità di credito
erogato (39%); la richiesta di maggiori garanzie (15%); la
variazione del tasso di interesse sui finanziamenti (10%); la
richiesta di rientro su prestiti già concessi (9%). Solo per il
27% del campione intervistato non si sono verificati
cambiamenti. Per quanto concerne la richiesta di piani di
ristrutturazione del debito, soltanto il 32% del campione ha
avanzato tale proposta agli istituti di credito e per il 24% la
risposta è stata negativa. Lascia riflettere che ben il 68% del
campione non ha mai pensato di procedere ad un tale tipo di
operazione di riassetto finanziario.
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