(ANSA) NAPOLI, 6 NOV - "Spesso si pensa alle famiglie delle persone con disabilità come a famiglie depresse. Ma non è così, e la consulta delle famiglie della Lega del Filo d'Oro serve anche a iniziare un percorso di momenti di felicità con il proprio figlio o sorella o padre disabile". A raccontarlo è Carlo Mormile, membro del comitato nazionale dei familiari della Lega del Filo d'Oro che inquadra il punto di vista delle famiglie in occasione della mostra inaugurata a Napoli per il 50.mo anniversario dell'associazione. "Una famiglia che si rivolge alla Lega per la prima volta - racconta il rappresentante napoletano - trova competenza, solidarietà e il metodo di lavoro adottato a Osimo e diffuso in tutto il territorio nazionale che parte prima di tutto dalla persona e dalla qualità dell'assistenza. La Lega si differenzia da altri enti perché è un'associazione che lavora sempre con un operatore ogni due-tre disabili mentre quando questi enti diventano di profitto, l'assistenza cambia, spesso con un rapporto di uno a otto o a nove pazienti". Un rispetto per la persona che la Lega del Filo d'Oro non perde mai di vista anche grazie "al fatto che ha una consulta dei parenti - sottolinea Mormile - e che quindi ascolta la propria "base": ci incontriamo spesso per discutere di argomenti concreti e di come lo spirito della Lega debba essere sempre salvaguardato nonostante i tempi cambino".
Tutti fattori, questi, che portano le persone con disabilità "a raggiungere miglioramenti - conclude Mormile - che spesso neanche le famiglie si aspettavano. Mi capita di sentire storie di famiglie alle quali gli operatori avevano detto quasi di "buttare via" un figlio disabile, mentre nella Lega tanti utenti hanno fatto passi avanti inattesi".
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