Portare la moglie da un esorcista:
c'è anche questa fra le vicende di cui si è discusso oggi in
tribunale a Torino nel processo a un 57enne accusato di
maltrattamenti in famiglia. Per l'imputato, che si professa
innocente, il pm Lisa Bergamasco ha chiesto quattro anni di
reclusione.
L'incontro con il sacerdote-esorcista non è stato chiarito
completamente. Le contestazioni del pubblico ministero,
peraltro, si sono appuntate su altri episodi.
La coppia si era separata nell'autunno del 2021 dopo un
periodo in cui una delle due figlie era stata afflitta da una
malattia. La donna, nella sua denuncia ha parlato di più di
vent'anni di sfuriate, insulti e vessazioni; nella ricostruzione
accusatoria l'aggressività dell'ex coniuge sarebbe aumentata
quando seppe che, per effetto della separazione, avrebbe dovuto
lasciare la casa. L'uomo però ha replicato che ogni tanto si
limitava a reagire alle sue "provocazioni continue". "Ma dalle
conversazioni che sono state registrate - ha detto la pm
Bergamasco - emerge l'esatto contrario: la donna viene presa di
mira con una violenza verbale esasperante, al punto che io
stessa ho fatto fatica ad ascoltare. Non è reciprocità: è
sopraffazione".
Quanto alla vicenda del sacerdote, è stata messa in relazione
alla malattia della figlia e al tentativo di "riavvicinare la
madre alla religione". La donna però ha detto che continuava ad
essere accusata falsamente di tradimento. "Non frequentava
nessuno e dopo il lavoro stava sempre a casa - ha detto la pm -
ma il marito le dava persino della ninfomane inventando storie
assurde".
"Questa vicenda - hanno replicato gli avvocati difensori,
Luca Paparozzi e Bruno Larosa - è profondamente segnata dal
dolore per la malattia di una ragazza. Un dolore che ha reso le
testimonianze inidonee a ricostruire lo svolgimento dei fatti.
Ecco perché per giungere alla verità non possiamo adagiarci
sulle parole della querelante. Che peraltro non si è costituita
parte civile".
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